Venti minuti di colloquio al Colle. Palazzo Chigi: "Sintonia istituzionale mai venuta meno". FdI chiude il caso con una nota congiunta dei capigruppo
di Fabio NuccioBisogna partire dalla serata del 13 novembre scorso, su una terrazza romana, vista piazza Navona. È lì che il consigliere del presidente della Repubblica, Francesco Saverio Garofani, al tavolo con alcune persone, parla di "un provvidenziale scossone" al governo. Parole pronunciate in privato, avrebbe poi detto, ma che sollevano un "caso" istituzionale. I titoli dei giornali, le frizioni politiche, le polemiche. Fino all'incontro, al Quirinale, tra il Capo dello Stato e la presidente del Consiglio. Venti minuti, al termine dei quali, da Palazzo Chigi, si ribadisce la sintonia istituzionale, mai venuta meno fin dall'insediamento di questo governo, scrive lo staff della Meloni, e della quale nessuno ha mai dubitato. Solo il rammarico per quelle frasi, durante una cena non proprio riservata.
"Siamo leali e vogliamo lealtà", dice la premier. Certo, una smentita da parte dell'interessato sarebbe stata opportuna, per circoscrivere al suo ambito reale la vicenda anche a tutela del Quirinale. I segnali sono distensivi. Del resto, nell'incontro si è anche parlato dei dossier internazionali aperti, in vista della partecipazione della presidente del Consiglio al G20 di Johannesburg e alla conferenza dell'Unione Europea e quella africana in Angola. Si vuole chiudere in fretta ogni tensione. A chiudere la vicenda una nota congiunta dei capigruppo del partito della premier, Bignami e Malan. "Fratelli d'Italia ritiene la questione chiusa. Rinnoviamo la stima nel presidente Mattarella e l'apprezzamento per la sintonia istituzionale tra il Quirinale e Palazzo Chigi", scrivono.