La sconfitta riapre le divisioni nel campo largo
di Alessandra ChertizzaLa Calabria era considerata persa sin dall'inizio, ma nel campo largo nessuno pensava ad un distacco di 15 punti dal centrodestra e le crepe che già si erano aperte dopo la sconfitta nelle Marche, si allargano.
I nervi del Pd si tendono: Elly Schlein e la sua strategia testardamente unitaria finiscono sul banco degli imputati.
La leader sceglie ancora una volta la via del silenzio e manda avanti Marta Bonafoni, della segreteria nazionale: "Restiamo uniti, la nostra è una maratona" il messaggio consegnato a compagni di partito ed alleati. Nel fine settimana c'è il voto in Toscana dove il candidato del centrosinistra Giani è dato per favorito, poi Campania e Puglia dove perdere sembra difficile, si ragiona al Nazareno. Il risultato si vedrà alla fine, anche se molte certezze ora traballano.
Ma la minoranza dem che ha sempre mal digerito l'abbraccio mortale con Conte, è sul piede di guerra: "Basta populismo, ora servono proposte serie" dice Lia Quartapelle. "Il campo largo non può essere un totem" le fa eco Pina Picierno, mentre - forte del 4,5% ottenuto dalla sua Italia Viva - Matteo Renzi ricorda agli alleati che "si vince al centro". Dal fronte opposto, anche Bonelli e Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra chiedono un cambio di passo che non può essere più rinviato.
I Cinque Stelle intanto, si leccano le ferite: il 6,43% strappato dal movimento, sommato alla pesante sconfitta di Tridico, pentastellato doc, agita il movimento. Giuseppe Conte ringrazia il suo candidato, denuncia una campagna elettorale in emergenza, ma riconosce che ora bisogna mettersi in discussione e fare di più. Anche lui rischia la graticola di grillina memoria per la trasformazione imposta al movimento. Come l'alleanza con Pd ed Avs, che ha poco a che fare con i valori delle origini e, a quanto pare, resta mal sopportata dalla base.