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Migranti, Meloni sfida Berlino: controproposta italiana sulle Ong

Un passo avanti con la Francia e uno indietro con la Germania. Giorgia Meloni, a Malta per il vertice dei Paesi mediterranei, incassa per la seconda volta in pochi giorni lʼappoggio del presidente francese Macron. "LʼItalia sulle migrazioni non può essere lasciata da sola", dice Macron. Insieme partecipano a"un mini vertice con Ursula Von Der Lyen, presidente della Commissione Europea.

 
Una "controproposta italiana", se la Germania insisterà col voler fare "passi indietro" sulla regolamentazione delle Ong. Giorgia Meloni lancia il suo guanto di sfida a Berlino. E a Malta incassa le "convergenze" dei Med9, con l'esplicito sostegno di Emmanuel Macron al piano in 10 punti di Ursula von der Leyen: per affrontare l'emergenza migranti che rischia di "travolgere tutti", avverte il premier Meloni, se non si troveranno "soluzioni strutturali".
 
Meloni si presenta ai giornalisti in una pausa dei lavori del vertice dei Paesi Ue del Mediterraneo, dopo essersi confrontata per mezz'ora con Macron e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sul piano di azione lanciato a Lampedusa. "Lo sosteniamo e proponiamo ai colleghi di implementarlo al più presto", dice il presidente francese, ricordando che l'ondata che ha toccato l'isola italiana è "eccezionale" e "tutti dobbiamo dare solidarietà all'Italia e ai porti di primo approdo".
 
Una linea che si ritrova anche nel documento finale dei Med, che ricalca in buona parte, al capitolo migranti, le posizioni italiane sulla necessità di una risposta europea coordinata, sul faro sui confini esterni e sull'Africa, citando esplicitamente, il "processo di Roma". E l'accordo sulla Tunisia, da "implementare rapidamente".
 
Macron, però, per ammissione della stessa Meloni, non è entrato nella questione delle Ong. Non un dettaglio nei giorni in cui a Bruxelles e sull'asse Roma-Berlino sta andando in scena uno scontro durissimo. L'Italia, è il messaggio che manda Meloni al cancelliere Olaf Scholz, con cui pure ci sono stati "contatti" nelle ultime ore, non ha intenzione di arretrare sulla battaglia per limitare al massimo l'attività delle organizzazioni non governative nel Mediterraneo.
 
Sull'emendamento che chiede di escludere i salvataggi delle Ong dai potenziali casi di "strumentalizzazione dei migranti" Roma, spiega Meloni, "ha chiesto tempo". Ma al momento non sembrano esserci le condizioni per un compromesso. Per l'Italia si tratta di "un passo indietro". Se resta sul tavolo, dice il capo del governo, "allora noi proponiamo un altro emendamento in forza del quale il Paese responsabile dell'accoglienza dei migranti che vengono trasportati sulla nave di una Ong è quello della bandiera della nave".
 
Le Ong che "raccolgono i migranti", le fa eco il ministro degli Esteri Antonio Tajani, "li portino nei loro Paesi". C'è ancora una settimana che separa dal Consiglio Ue informale di Granada, "rimaniamo cooperativi", assicura la premier, "però ciascuno si assuma le responsabilità delle scelte politiche che porta avanti. Noi abbiamo una linea, altri ne hanno un'altra. Il problema è non scaricare la linea di uno sugli interessi dell'altro". Non si può, insomma, "fare solidarietà con i confini degli altri".
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