Israele, il padre di due bimbe rapite: "La mia famiglia mi è stata strappata via, non fate del male alle mie figlie"
"Sono davanti al cancello dellʼinferno e vedo comʼè fatto. È lʼunico modo in cui posso descrivere il momento più critico della mia vita. Non ho niente da perdere. La mia famiglia mi è stata strappata via e non mi fermerò finché qualcuno mi riporterà tutti i miei familiari". Lo dice ai nostri microfoni Yoni Asher, 37 anni, a cui Hamas ha rapito moglie, figlie - una bambina di 2 anni e una di 5 - e suocera.
La vita di Asher si è fermata la mattina del 7 ottobre, quando ha ricevuto l'ultima chiamata dalla moglie Doron, che con le loro bimbe stava entrando nel bunker nella casa della madre in un kibbutz vicino alla Striscia di Gaza. "Io non ero con loro quella mattina, ero qui, a casa, a Netanya, a distanza di 100 chilometri. Mi ha chiamato mia moglie e mi ha detto che sentivano degli spari ed erano rinchiusi nel bunker, poi che stavano entrando delle persone. Quindi abbiamo deciso di chiudere la chiamata per non metterli in pericolo. È stata l'ultima volta che l'ho sentita. Poi ho visto il video in cui i rapitori li portano via e ho capito con certezza che li avevano rapiti", ha raccontato il 37enne.
"A chi li tiene in ostaggio vorrei dire soltanto di non far loro del male, di non toccarli, sono bambini, è una famiglia, non sono soldati, non hanno fatto niente di male", ha concluso.
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