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Penisola Sorrentina, il volto meno noto

Da Sorrento alla Valle di Tremonti per conoscere unʼaltra Costiera

Ente del Turismo

La Penisola Sorrentina, conosciuta in tutto il mondo per la bellezza delle sue più famose località come Positano e Amalfi, nasconde un volto meno mondano e noto ma non per questo meno affascinante: Sant'Agata sui Due Golfi, Cetara, Minori e la Valle di Tramonti. Il volto più autentico della Costiera. Luoghi unici e al di fuori del turismo di massa. Un modo un po' diverso di vivere una delle terre più belle al mondo. 

DA SORRENTO ALLA VALLE DI TRAMONTI –  Chi non ha mai sentito almeno una volta nella vita la canzone composta dai fratelli De Curtis e cantata dalla superba voce di Giovanni Martinelli,  “Torna a Surriento”? Impossibile. È senza ombra di dubbio uno dei testi più belli della nostra storia musicale. Il testo racconta della bellezza, dei profumi e della unicità di una delle terre più belle al mondo: Sorrento. E come non dar credito a quelle parole. Sorrento è veramente di una bellezza stupefacente, vera ed emozionante. Qui, il mare è parte integrante della vita del popolo sorrentino e questa simbiosi è respirabile nel cuore della città: il borgo di Marina Grande.

L'antico borgo marinaro è situato alla foce del vallone che un tempo chiudeva la città vecchia. Alzando gli occhi potrete vedere il Ponte di Parsano dal quale, in tempi lontani, cominciava la Via Minerva che conduceva al tempio edificato in onore della dea Atena. Le spiagge di Sorrento: situate in piccole insenature sono tutte bellissime ma tra tutte la più caratteristica è sicuramente quella di San Francesco incorniciata dalle vecchie pescherie e dai ninfei (antiche strutture architettoniche un tempo dedicate al culto delle Ninfe). Lasciata Sorrento, a 7 chilometri dalla stessa proprio nel cuore della Penisola, incontrerete il caratteristico borgo di Sant'Agata sui Due Golfi.

Da qui godrete di una vista straordinaria del golfo di Napoli e di quello di Salerno. All'orizzonte, poi, Capri e i suoi Faraglioni. Le spiagge di Sant'Agata sono raggiungibili attraverso sentieri immersi nella macchia mediterranea che nascondono antiche torri di avvistamento. Tra le baie più belle: l'area marina protetta di Punta Campanella, Jeranto, Recommone e Crapolla. Un'altra perla poco conosciuta della Costiera è poi Cetara, il borgo di pescatori dove è possibile mangiare il migliore pesce della zona a partire dal tonno, talmente pregiato da essere richiesto in Giappone per il sushi e dalla colatura di alici (salsa ricavata dalla maturazione delle alici in una soluzione satura di acqua e sale). Dove gustare queste specialità: all'Acqua Pazza, al Convento e al ristorante San Pietro.

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Lasciata Cetara, ci sono i due borghi di Minori e Maiori, posti a pochi chilometri di distanza tra loro. Minori, l'antica Reghinna Minor era probabilmente stata costruita da un ricco personaggio della corte imperiale. Delle antiche vestigia restano la Villa Marittima Romana del I sec. d.C in via Santa Lucia . Cosa visitare: Il Duomo dedicato a Santa Trofimena. Una curiosità: un tempo Minori era ricca di mulini, oggigiorno di questa tradizione resta la vocazione del borgo alla preparazione della pasta da assaggiare nei ristorantini tipici. Prima di lasciare Minori non potete non assaggiare uno dei leggendari dolci della pasticceria di Salvatore De Riso. Leggendaria la torta ricotta e pere.
 
Dopo Minori incontrerete l'altra regina della Costiera, la Reghinna Maior, Maiori dominata dalla rocca di San Nicola de Thoro-Plano. Lasciata Maiori non si può concludere il tour se non si è visitata la Valle di Tramonti: tredici frazioni immerse nella verde vallata dei Monti Lattari. Cosa visitare: la chiesa di Sant'Erasmo, a Pucara, con le opere di Luca Giordano; i ruderi del castello di Santa Maria La Nova, in frazione Gete la Cappella Rupestre di San Michele Arcangelo. Prodotti tipici: formaggi prodotti con il latte profumato di erbe selvatiche, fiordilatte e la celebre pizza di Tramonti che nacque dall'uso di cuocere nel forno a legna la pasta che rimaneva dalla cottura del pane. Una curiosità: gli amalfitani, inventori della rosa dei Venti, chiamarono "Tramontana" il freddo vento del Nord, proprio perché credevano scendesse da queste valli verso Amalfi.