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La Mela è sempre meno innovativa
O sono i media ad avere pretese assurde?

Due tesi contrapposte circolano sul web. Ecco il duello tra chi è contro e chi è pro cupertino

Reuters

L'ACCUSA
Una mela al giorno toglie il medico di torno, ma, potremmo aggiungere, svuota, e di brutto, il portafoglio. La Apple ha presentato, con ben poca sorpresa, le sue ultime novità. Ma se la versione mini dell'iPad era già stata ampiamente annunciata, la quarta generazione di iPad "maxi" mette a dura prova i nervi e la resistenza anche del fan più accanito. Perché Apple, dalla morte di Steve Jobs, sembra aver smarrito la vena un po' folle, ma geniale, che l'ha sempre contraddistinta, in favore di un modello di business molto più comune, banale e paradossalmente meno aggressivo di un tempo.

Nell'ultimo anno ha infatti tempestato i consumatori con una pioggia di prodotti. L'iPhone ha avuto già due evoluzioni, così come l'iPad. E la versione mini appare più che una rivoluzione, un modo di correre ai ripari e rosicchiare una fetta di mercato saldamente nelle mani della concorrenza che, da anni, ha puntato su chi ritiene troppo scomodo il tablet e troppo piccolo lo smartphone per alcune attività come leggere gli eBook. Sembra quasi che, in vista del lancio di Windows 8, la società di Cupertino si sia sentita "in dovere" di trasmettere un messaggio tranquillizzante ai propri utenti: "Ci siamo ancora noi, anzi, guardate quante belle cose facciamo uscire". Ma questo è l'esatto contrario della filosofia che le ha permesso di aver rivoluzionato il mondo della tecnologia e, in parte, gli usi di una buona fetta degli occidentali.

Una volta avere l'ultimo prodotto Apple era una cosa "cool" che faceva sentire "smart" e, di conseguenza, anche un po' snob. Oggi sembra più un salasso, una corsa affannosa ad avere l'ultimo aggiornamento costoso e non necessario di un dispositivo che non solo funziona benissimo, ma di fatto è identico a quello che viene lanciato e spacciato come innovativo. Così sono caduti due tabù: primo che Apple non si possa criticare e secondo che Cupertino sia al di sopra delle regole di mercato. Il primo è stato infranto dal disagio dei fan che è esploso in Rete già pochi minuti dopo la fine dell'evento. Al secondo ci ha pensato Wall Street che ha punito, forse per la prima volta dopo una presentazione, il titolo che ha perso oltre il 3%. Una goccia nell'oceano, vista la capitalizzazione, ma un segnale. Come dire: andare dietro la concorrenza non basta se sei Apple. C'è necessità di un'idea nuovamente rivoluzionaria, tornate ad aver fame, c'è bisogno di un pizzico di follia. Non di un iPhone sempre più grande o di un iPad sempre più piccolo. Anche perché, prima o poi, si incontreranno. O forse il matrimonio si è già consumato, magari in un prodotto senza la mela sul retro.

Gian Luca Rocco

LA DIFESA

Siamo alle solite: Apple presenta un gingillo che non cambia il mondo e apriti cielo.
E' vero, non si può essere sempre innovativi e vincenti. Ma si può sempre continuare a fare i prodotti migliori sul mercato. Ed è esattamente quello che la Mela di Tim Cook sta facendo in questo momento. Che poi essendo i migliori siano anche più costosi, beh purtroppo questa è una legge che va da sé. In qualsiasi ambito merceologico. E che siano i migliori, checché ne dicano ingegneri misuromani o denigratori a tempo pieno, una persona normale lo capisce subito: basta prendere in mano un MacBook Pro o un Air, un iPhone o un iPad, per capire che per bellezza, design, materiali e qualità d'uso non ce n'è per nessuno. Poi magari in qualche inutile benchmark per drogati di testosterone da prestazione saranno anche indietro. Ma chi se ne frega.

E' vero anche che da qualche tempo Cupertino non presenta nulla di estremamente innovativo. Ma è la cosa più normale del mondo. Anzi: il 99% delle aziende campano per una singola idea che hanno avuto e poi sviluppato negli anni. Apple la rivoluzione l'ha fatta almeno tre volte in trent'anni: prima con il MacIntosh e la sua interfaccia grafica che non obbligava a imparare astrusi codici per scrivere una lettera sul computer; poi con l'iPod che ha cambiato il modo di fruire della musica e infine con l'iPhone che ha fatto vedere a tutti le potenzialità di uno smartphone fatto come si deve.

E' vero: siamo in un periodo in cui non sono stati immessi sul mercato prodotti da prima pagina. Ma questo è sempre successo nella storia della Mela. Non è che nei trent'anni precedenti Steve Jobs abbia tirato fuori ogni tre mesi un coniglio dal cilindro. E tutti i fan della prima ora lo sanno. Proprio perché le innovazioni di Apple spesso cambiano un pezzettino di mondo, non solo tecnologico, vengono offerte ai consumatori con cura, onde non fare più la fine dell'Apple Newton, palmare con touch screen, riconoscimento della scrittura e riconoscimento vocale (e si era nel 1993), troppo avanti per i tempi e quindi non comprato da nessuno.

La verità, probabilmente, è che non è Apple ad essere cambiata ma lo sono le aspettative di certa finanza e dei media, noi compresi evidentemente, che per fare un titolo su Apple (che “tira” e fa vendere copie o fare clic) hanno bisogno di qualcosa di super ogni volta. Il mondo della tecnologia non funziona così: ci vuole ricerca seria e capacità di sviluppo costante. Cosa che Apple dimostra da sempre di avere molto più della concorrenza.

Sergio Bolzoni