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Vanoni: "Suicidio di Tenco? Tragico e ridicolo"

La cantante presenta il suo primo docu-film "Ricetta di Donna" tra ricordi, passioni e musica

Vanoni:
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Gli inizi al Piccolo di Milano, le canzoni della Mala, l'incontro e la passione con Gino Paoli e l'alchimia con il trombettista jazz Fresu.

E' Ornella Vanoni raccontata nel docu-film "Ricetta di Donna" di Alexandra Della Porta Rodiani. Ornella dice la sua su Luigi Tenco: "Il suo suicidio è stato tragico e ridicolo allo stesso tempo, Ma ci si può ammazzare come 'atto di protesta contro un pubblico che manda Io, tu e le rose in finale'?".

"Ornella Vanoni. Ricetta di Donna", che verrà proiettato l'11 marzo al Teatro Strehler di Milano, è il primo docu-film dedicato all'interprete. Ottanta minuti di storia di vita vera e di passioni musicali oltre che amorose che culminano poi con una chicca musicale: Ornella canta "My Way" accompagnata dalla tromba dell'amico Paolo Fresu. Tanti gli amici che raccontano la "loro" Vanoni. C'è lo scultore Arnaldo Pomodoro: "Ogni venerdì andavo al Piccolo di Milano- racconta - e lei aveva una luce particolare. Strehler aveva capito che la voce di Ornella aveva qualcosa di diverso e andava usata ancora più che il corpo. Nascono così le canzoni della mala che raccontavano di persone che avevano ucciso. La faccia di Ornella era lo specchio di quello che era il suo racconto". La cantante racconta di quella volta che si spogliò per Playboy. Non pretese soldi ma un'opera di Pomodoro. Ancora sul periodo al Piccolo: "Mentre le altre amiche passeggiavano in via Montenapoleone e si sposavano con un benestante, io mi sono iscrivevo al Piccolo di Milano per cantare Bertolt Brecht. Come i guerrieri usano la corazza io ho usato il corpo".

La carriera di Ornella è stata costellata anche da incontri importanti come con Giorgio Gaber che in una trasmissione tv l'ha accompagnata alla chitarra in "Ma mi" e poi lui, uno dei suoi grandi amori, Gino Paoli. "La prima volta che ho visto Ornella - racconta il cantautore - aveva i capelli crespi, tutta vestita di nero con una faccia incisiva e con due grandi mani". Le stesse mani che poi hanno ispirato "Senza fine". La cantante ammette che con Gino non è stato proprio un colpo di fulmine "ma una scarica". "Quando l'ho visto ho subito chiesto chi fosse - racconta - e mi avevano risposto 'quello li è frocio e scrive cose orrende' e a lui avevano detto che io ero lesbica!". Il rapporto tra i due è stato passionale ma anche magico, poi sfociato in un'amicizia intensa che dura tutt'oggi. E' proprio anche grazie al loro amore che Ornella ha conosciuto Luigi Tenco, uno degli amici più importanti di Paoli. "Tenco aveva un atteggiamento da perdente - rivela Ornella - e quando Paoli mi diceva che era simpaticissimo, io sinceramente mica mi facevo tutte 'ste gran risate! Mi piaceva perché gran parte delle canzoni di Tenco erano meravigliose con uno sfondo jazz. Con Gino erano molto amici e lo ha anche aiutato economicamente. Un giorno avevo visto Luigi a Sanremo, parlava con gli occhi chiusi. Ad un certo punto li ha aperti ed erano come quelli del gufo. Non sapevo di cosa era fatto, poi l'ho scoperto dopo: tre Pronox e una bottiglia di cognac. Dopo averlo visto così sono andata a riferire ai signori della casa discografica Rca e Dalida, era mio dovere dirglielo. Sulla questione del suicidio non so come siano andate le cose, di certo l'ho trovato tragico e ridicolo allo stesso tempo. Pare che Luigi e Dalida avessero litigato ma il loro era un amore che era appena nato, non credo che i motivi fossero sentimentali. Certo era rimasto colpito dal fatto che gli avessero cambiato il testo di Ciao amore ciao".

Sempre a proposito di Sanremo, Ornella ricorda il suo primo Festival nel 1965: "Dovevo cantare 'Abbracciami forte'. Mi sono presentata con una parrucca che sembrava venire dal film 'Il pianeta delle scimmie' e in più ero terrorizzata". C'è spazio anche per qualche considerazione sulla televisione di quei tempi, come ad esempio "Studio Uno" di Antonello Falqui. "A quei tempi - spiega la cantante - c'era una cura maniacale dei dettagli per 'costruire' il personaggio del cantante. C'era uno studio fisso a disposizione e delle luci magnifiche. Oggi lo studio televisivo si rimonta e si smonta per lasciar spazio ad altre produzioni dunque non c'è molto tempo per fare le prove. Oggi non c'è tempo per vivere, figuriamoci per lavorare! Può anche capitare che le luci della pubblicità del prosciutto siano poi le stesse della produzione televisiva che viene montata sullo stesso set dopo". Il docu-film poi si snoda lungo il percorso artistico di Ornella con il produttore Sergio Bardotti, geniale e burbero allo stesso tempo che ha portato la cantante in America per incidere poi il disco con i brasiliani Vinicius de Moraes e il chitarrista Toquinho "La voglia la pazzia l'incoscienza l'allegria" del 1976. Poi l'incontro con Mario Lavezzi fino alle ultime produzioni e tournée. Insomma il bel docu-film mostra un'artista a tutto tondo che all'apparenza sembra dura e sicura ma in fondo ha mille fragilità. Ornella Vanoni è sempre stata considerata un'icona del fascino e dell'eleganza e lei risponde così: "Il fascino è una cosa che ho capito dopo. Devi usare il cervello e la parola. Nella seduzione sono due cose che vanno insieme".

Ornella Vanoni sta lavorando alla realizzazione del suo prossimo disco di inediti "Meticci" che uscirà a settembre con tante collaborazioni tra cui Franco Battiato. In queste settimane la cantante è in concerto con "Canto Perché Mi Rende Felice Tour". Queste le prossime date: il 9 marzo al Teatro Italia di Gallipoli (LE); il 6 aprile al PalaCongressi di Rimini; il 10 maggio al Teatro della Pergola di Firenze.