SAN SIRO IN VISIBILIO

Robbie sovrasta i Take That

Concerto trionfale della band inglese a San Siro, ma il vero vincitore è Williams

13 Lug 2011 - 12:30
 ©  Olycom

© Olycom

Dopo 16 anni i Take That al completo con Robbie Williams, sono tornati in Italia per l'unico live allo Stadio San Siro di Milano. Accolti da oltre 40mila fan la band ha proposto 22 brani, incluse le sei hit che Williams ha cantato solo. Eleganti e in forma i ragazzi hanno iniziato puntuali alle 21, poi l'ingresso trionfale di Robbie (a cui è scappato il gesto del dito medio e qualche movimento hot) tra fuochi d'artificio e lo show è decollato.

Lo stadio era gremito, anche se non sold out, ma il calore dei fan cresciuti negli anni 90 con i brani come "Relight My Fire" è stato potentissimo. La sagoma mezzobusto di un enorme uomo bionico giallo fluo sovrastava il palcoscenico che tagliava in due il pubblico del prato per consentire a Gary Barlow, Howard Donald, Jason Orange e Mark Owen (elegantissimi in gilet e camicia) di entrare in contatto con i fan (soprattutto donne). Lo show è stato aperto da "Rule The World" (dall'album "Beautiful World" del 2006).
 
Uno show elegante, divertente, coinvolgente con le luci e la scenografia che hanno reso al pubblico - che ha pagato dai 32 agli 80 euro esclusa prevendita – la soddisfazione di vedere riuniti i beniamini al completo dopo tanti anni. L'intero stadio si è trasformato in un ipertecnologico studio televisivo con le luci posizionate anche ai lati delle tribune. Tante le sorprese a partire dai coriandoli gialli esplosi durante "Greatest Day" e il corpo di ballo di bianco vestito sulle note di "Hold Up A Light" che poi ha acceso fiaccole roteanti sul finale. "Siamo felicissimi di essere tornati – ha detto Howard – l'Italia ci ha dato delle grandi soddisfazioni e siete sempre stati così fedeli". Poi una piccola scenetta in italiano in cui i ragazzi hanno detto nella nostra lingua "Dov'è Robbie? Arriva!". Infine Mark ha acceso un registratore e ha invitato il pubblico a cantare l'Inno Nazionale. Poi Gary ha introdotto "Patience" come la canzone che ha segnato il ritorno della band nel 2006. Infine un allestimento carnevalesco con riferimenti alla fiaba "Alice nel Paese delle Meraviglie" con tante bolle di sapone in aria e un enorme bruco rosa ha accolto "Shine".

E poi l'ingresso in scena trionfale di Robbie Williams accolto dalle urla dei fan, fuochi d'artificio e getti di fuoco dal palco ha introdotto il suo spazio con il rock di "Let Me Entertain You". E prima di scatenarsi con bellissime ragazze in roller blade per "Rock Dj" Robbie ha urlato "Ciao a tutti! My name is Robbie F-U-C-K-I-N' Williams!". Durante la coreografia l'artista ha infilato la mano nelle mutande mimando la masturbazione. "Voglio cantare per voi amici! - ha urlato Robbie – L'ultima volta che ho cantato qui era il 2006 e siete il miglior pubblico che abbia mai avuto. Shit!". Poi la romantica "Come Undone" che il cantante ha sdrammatizzato con irriverenza a trascinando letteralmente i presenti con il suo carisma. Poi ancora alzando il dito medio, Robbie ha indicato il suo lato B imitando Beyoncé con l'inciso di "Irreplaceable" "to the left/ to the left". Poi ha intonato "Walk on the Wild Side" di Lou Reed e con registro lirico "Figaro". "Feel" è stata interpretata con l'artista sopra una pedana che ha sovrastato i fan in visibilio. Poi ammiccando alla telecamera che ha proiettato le immagini sul megaschermo ha mimato con il labiale "scopia..". Ma poi si fa serio: "Se avete perso una persona cara, portatela qui al vostro fianco cantando con me Angel". E il pubblico ha intonato ogni singola parola della canzone mentre Robbie in ginocchio l'ha ringraziato con le mani sul cuore. Al termine della canzone è scesa la pioggia e Robbie ha chiuso così il suo spazio.

I monaci tibetani e alcuni acrobati a ritmo dance hanno aperto la terza parte del live con protagonisti i Take that mentre il mezzobusto enorme sopra il palco si è acceso. Robbie, Gary, Howard, Jason e Mark sono tornati per cantare "The Flood" con cascate d'acqua sul palco. E ancora "SOS" con i cinque ragazzi scatenatissimi in coreografie come ai vecchi tempi e "Underground Machine". Prima di "Kidz", è apparso un grande uomo bionico illuminato dal fondo palco per proiettarsi sul pubblico. Ma il palco si è trasformato in una gigante scacchiera con comparse a interpretare  le pedine bianche e nere. Robbie e Gary hanno cantato "Pretty Things" sulle mani dell'uomo artificiale. Poi la volta del medley suonato al pianoforte da Gary "Million Love Songs"/ "Babe"/ "Everything Changes"/ "Back For Good". C'è stato anche il tempo per fare gli auguri di compleanno a Jason che ha compiuto 41 anni due giorni prima. E ancora scatenati come ai primi tempi per "Pray" hit del 1993, "Love Love", giubbini colorati e finalmente l'uomo bionico sovrasta sopra il pubblico distreso per "Never Forget" mentre Robbie Williams ha poi cantato con i compagni la sua "No Regrets". La chiusura è stata affidata a "Relight My Fire" e "Eight Letters". Non si sa se l'avventura dei Take That al completo continuerà, Robbie dopotutto è restio per sua stessa ammissione a impegni live lunghi, ma questo tour ha segnato e (forse) chiuso degnamente e con onore un ciclo che ha avuto il suo boom negli anni 90.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri