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Smog, pediatri: +25% di bimbi in ospedale per urgenze respiratorie

I dati sono relativi agli ultimi due mesi. Il presidente della Sip, Giovanni Corsello: "Evitare di far sostare i piccoli nel centro delle città"

Smog, pediatri: +25% di bimbi in ospedale per urgenze respiratorie - foto 1
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Tra dicembre 2015 e gennaio 2016 sono aumentati del 25% i casi di ricovero in ospedale di bambini per urgenze respiratorie.

A lanciare l'sos "allergia da smog" è stato il presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Giovanni Corsello. "Il fenomeno si rileva soprattutto nelle grandi città, per questo è importante far sostare i piccoli il meno possibile nelle vicinanze di siti industriali ma anche nel centro, dove il traffico è maggiore".

Allergia "occasionale" - Il pericolo è rappresentato, ha chiarito il presidente Sip, "dai casi di iper-reattività delle mucose respiratorie agli inquinanti dell'aria, che portano anche a urgenze respiratorie". Si tratta tuttavia di un'allergia "occasionale", in quanto scatenata dall'emergenza inquinamento che si sta vivendo nelle maggiori città, complice anche la scarsità di precipitazioni.

Controllare i livelli di ossigeno - Le forme di difficoltà respiratoria in aumento tra i bambini, ha osservato Corsello, "si manifestano, ad esempio, con crisi di broncospasmo o laringospasmo". Come comportarsi allora in questi casi? Innanzitutto "bisogna accertarsi che i livelli di ossigeno per la respirazione non vadano sotto il livello di soglia, nel qual caso, è ovviamente necessario recarsi in ospedale".

Rivolgersi al pediatra - Quanto alla terapia, "solitamente si procede ad una aerosolterapia o, nei casi più gravi, a terapie con adrenalina o cortisone". "Il consiglio è comunque quello di rivolgersi sempre al pediatra al presentarsi di tali disturbi", ha sottolineato l'esperto.