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Firme false M5S, indagati 8 tra parlamentari e attivisti a Palermo

Il Pd attacca: "I vertici del movimento sapevano". Ma arriva la replica: "Solo falsità". E sul blog la "punizione": vadano via. La prima seguire le indicazioni del leader è Claudia La Rocca

Sarebbero otto tra parlamentari e attivisti del Movimento 5 Stelle gli indagati a Palermo per la vicenda delle firme false.

La settimana prossima gli indagati dovrebbero essere interrogati. L'inchiesta verte sulla "ricopiatura" delle firme necessarie per la presentazione delle liste regionali, innescato da un errore di battitura sulla data di nascita di un candidato che avrebbe potuto invalidare tutto. Grillo sul blog: "Gli indagati si sospendano dal Movimento". E Claudia La Rocca segue le indicazioni.

Della vicenda, secondo l'Ansa, sarebbe stato informato anche Beppe Grillo non più tardi di una decina di giorni fa. E questo prima che due attivisti e la deputata regionale pentastellata Claudia La Rocca iniziassero a collaborare con la Procura, ammettendo che quattro anni fa per riparare a un errore sulla trascrizione anagrafica di un candidato alle comunali furono ricopiate le sigle raccolte a supporto della lista in elenchi poi depositati.

Una circostanza che è stata però smentita da altre fonti interne al Movimento a Roma, che anzi fanno sapere che non c'è mai stato alcun contatto con Claudia La Rocca e che, come già detto più volte in precedenza, la regola generale è di rivolgersi sempre alla magistratura per fare chiarezza.

Prima di recarsi volontariamente in Procura per raccontare la sua verità, il deputato La Rocca aveva parlato con i colleghi del gruppo parlamentare, riferendo il suo travaglio e spiegando che aveva intenzione di presentarsi ai magistrati per spiegare che anche lei era presente quando furono ricopiate le firme apposte dai sostenitori della lista perché qualcuno si accorse che il luogo di nascita di uno dei candidati era stato trascritto in modo errato: Palermo anziché Corleone. Il timore tra gli attivisti presenti quella sera fu che a causa di quell'errore la lista potesse essere esclusa dalle elezioni. Quindi qualcuno avrebbe preso la decisione di ricopiare le firme, depositando poi gli elenchi.

Sulla vicenda si scatena il Pd - "Grillo sapeva? I cinquestelle di Palermo lo incastrano. Lo scandalo firme false s'ingrossa sempre di più, nell'assordante silenzio del blog" twitta Ernesto Carbone, deputato e membro della segreteria dem. La senatrice del Pd Pamela Orrù parla di "nebulosa nonché infamante vicenda" mentre David Ermini, esponente della segreteria dem, aggiunge: "Da Palermo fonti M5s dicono che Grillo sapeva delle firme false. Dai vertici dei 5 stelle dicono che non sapeva. Come a Quarto e sulle mail di Di Maio: nessuno sapeva, tutti sapevano. Resta il fatto che Grillo e Di Battista hanno mentito quando hanno provato a far passare per semplicemente copiate delle firme false".

La presa di distanza di Grillo. "Chiediamo a tutti gli indagati nell'inchiesta di Palermo di sospendersi immediatamente dal MoVimento 5 Stelle non appena verranno a conoscenza dell'indagine nei loro confronti a tutela dell'immagine del Movimento e di tutti i suoi iscritti - si legge  sul blog di Beppe Grillo in un post scriptum a un commento sulla legge di bilancio.  L'avvenuta sospensione deve essere comunicata attraverso una mail all'indirizzo listeciviche@movimento5stelle.it".

Claudia La Rocca si sospende. Claudia La Rocca si è sospesa dal Movimento Cinque Stelle. "Ho seguito le indicazioni del post sul blog di Grillo", ha dichiarato la deputata regionale . Nei giorni scorsi aveva ammesso le proprie responsabilità davanti ai pm di Palermo sul caso delle presunte firme false.

m5s