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D'Alema a Tgcom24: "Renzi è antipatico, quando mi attacca mi fa un favore"

"Il Pd - osserva lʼesponente di Leu - è ancora diviso come nel 2013"

D'Alema a Tgcom24:
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"Io sono sempre dove stavo, è il mio partito che se n'è andato da un'altra parte".

Massimo D'Alema lo ha detto a Tgcom24, aggiungendo, sul suo rapporto con il leader del Pd: "Cerco di non fare polemiche con Renzi, lui lo fa tutti i giorni e non si rende conto che è talmente antipatico che tutte le volte che mi attacca personalmente mi fa un favore, lo ringrazio. In lui c'è della supponenza".

"Il Pd - ha sottolineato D'Alema intervistato dal direttore Paolo Liguori a "Fatti e Misfatti" - è diventato come gli altri, a un certo punto mi sono trovato di fronte a una scelta drammatica: rimanere legati a un partito o ai propri ideali, ho optato per la seconda scelta. È molto più scomodo perché sto in un movimento che nasce, non sappiamo che forza avrà, è molto più ruspante e impegnativo quello che stiamo facendo ma rimanere fedeli alle proprie convinzioni è irrinunciabile e avvilente è lo spettacolo di voltagabbana a cui si assiste".

"Abbiamo avuto un uomo - ha osservato - che si è intestato la Costituzione: si è passati dalla Costituzione dei padri costituenti alla Costituzione di Renzi". L'esponente di Leu ha anche ricordato la vicenda dei 101 franchi tiratori che affossarono Romano Prodi nell'elezione del presidente della Repubblica nel 2013: "Era già accaduto il giorno prima, Marini era stato candidato dal Pd e affossato dallo stesso Pd".

"Il Pd - ha aggiunto D'Alema - era chiaramente attraversato da tensioni, contrapposizioni che sicuramente pesarono, era un partito diviso, lo è tuttora, basta vedere la vicenda delle liste, non è che si sia posto rimedio a una divisione molto profonda malgrado il vigore della guida personale e il tentativo di trasformarlo in un partito personale. Era un partito uscito turbato dalla mancata vittoria elettorale. Io guardavo da fuori".