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Botta e risposta tra Luigi Di Maio e Matteo Renzi sugli "impresentabili"

Il candidato premier del M5s ha presentato la lista degli "impresentabili" di Pd e centrodestra. Renzi: "Avviso di garanzia non è condanna, altrimenti sarebbe un grande problema per voi"

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Luigi Di Maio ha pubblicato sul blog delle Stelle l'elenco dei candidati "impresentabili" di Pd e centrodestra.

La lista va da "Luca Lotti indagato nel caso Consip" a Umberto Bossi "condannato per aver usato i soldi del partito a fini privati", a Roberto Formigoni "condannato per corruzione", passando per De Luca junior "imputato di bancarotta fraudolenta". Il centrosinistra, scrive, "ha rinnegato la lezione di Berlinguer sulla questione morale".

Di Maio contro la stampa per il caso Dessì - Nel mirino di Di Maio finisce anche la stampa: "Tutti i giornali italiani per giorni hanno sbattuto in prima pagina tutta la vita di Emanuele Dessì, cittadino incensurato candidato al Senato con il MoVimento 5 Stelle" e che ha accettato - ricorda Di Maio - di rinunciare al seggio, mentre sul capolista Giggino 'a purpetta, esponente del centrodestra, hanno "osservato un omertoso silenzio, un insulto ai lettori".

L'attacco a Matteo Renzi - Il candidato premier M5S se la prende poi con il segretario del Pd che "ha diffamato pubblicamente il MoVimento 5 Stelle dicendo che noi abbiamo impresentabili. Gli impresentabili e riciclati li ha messi lui nelle liste con un atto d'imperio fregandosene degli iscritti e della democrazia interna del suo partito". Insomma, dice ancora Di Maio: "Basta impresentabili in Parlamento. Di seguito trovate i nomi degli impresentabili dei partiti. Devono sparire dalle liste. Ora!".

Gli impresentabili del centrosinistra - Per il centrosinistra, in cima alla lista Di Maio mette Luciano D'Alfonso, "governatore della Regione Abruzzo, indagato a Pescara e a L'Aquila, per una inchiesta su appalti regionali e sul recupero del complesso che ha ospitato il mercato ortofrutticolo pescarese"; secondo in classifica "Vito Vattuone che ha dal 29 gennaio scorso - si legge sempre sul blog - una richiesta di rinvio a giudizio, capolista del Pd nel collegio plurinominale per il Senato in Liguria, uno dei tanti politici candidati e coinvolti nelle vicende sui rimborsi regionali".

Di Maio dà poi una "menzione speciale" alla "sua" Campania: qui c'è "De Luca junior, candidato ovviamente a Salerno, nel "feudo" del padre. È imputato di bancarotta fraudolenta per il crac della società immobiliare "Ifil".

Gli impresentabili del centrodestra - Nelle fila del centrodestra, invece, oltre a Luigi Cesaro, c'è "Antonio Angelucci, premiato per la sua assidua presenza in Parlamento (99.59% di assenze) e per i risultati - scrive il leader M5S - sul fronte giudiziario con una condanna in primo grado a un anno e 4 mesi per falso e tentata truffa per i contributi pubblici percepiti tra il 2006 e il 2007 per i quotidiani "Libero" e "il Riformista"; oltre un'indagine in corso in merito a un'inchiesta sugli appalti nella sanità della procura di Roma. Per lui il posto di capolista alla Camera nel Lazio".

E poi Ugo Cappellacci e Michele Iorio, ma anche Umberto Bossi "condannato a 2 anni e 3 mesi per aver usato i soldi del partito, quindi "provenienti dalle casse dello Stato" a fini privati" e Formigoni "condannato per corruzione a sei anni e imputato in altri processi: è candidato al Senato come capolista nella formazione del centrodestra "Noi con l'Italia" in Lombardia".

Renzi: "Impresentabili? Avviso di garanzia non è condanna" - Non si è fatta attendere la replica di Matteo Renzi. "Di Maio dice: anche il centrosinistra è pieno di impresentabili. E fa l'elenco di qualche nostro candidato che ha ricevuto avvisi di garanzia. Noi di solito facciamo finta di niente e non replichiamo a queste bassezze - ha scritto il segretario del Pd su Facebook -. Oggi non più. Caro Di Maio, quello che ancora non hai capito è che un avviso di garanzia non è una condanna. Non si diventa "impresentabili" per un avviso di garanzia o per essere indagati. Perché altrimenti per voi sarebbe un dramma".

Renzi: "In Lazio chi vota M5s al Senato vota Dessì" - Renzi è quindi passato all'attacco tornando sul caso Dessì. "Chi in Lazio vota per il Movimento Cinque Stelle vota uno scroccone, amico del clan Spada. Punto. Qualcuno può smentire? No, nessuno", scrive ancora su Fb. "Quando il 'capo politico' del Movimento 5 Stelle, Di Maio, è in difficoltà fa sempre la stessa cosa: attacca me e il Pd. E sempre con la solita mossa: il ritornello dei candidati impresentabili", scrive Renzi, affermando che "le bugie hanno le gambe corte".

"Chi - sottolinea - in Lazio vota per il Movimento Cinque Stelle si assume la responsabilità di far eleggere al Senato tal Emanuele Dessì, un grillino storico che trovate sul palco con Beppe Grillo e in foto guancia a guancia con i leader 5Stelle. Questo signore è molto vicino agli Spada, di Ostia ed è coinvolto in quella che i grillini chiamano 'scroccopoli', vale a dire il problema delle case pubbliche pagate poco, 7 euro al mese. Prima lo hanno messo in lista, poi quando sono stati 'sgamati', hanno provato in tutti i modi a nascondere Dessì ma senza riuscirci. Allora gli hanno fatto firmare un impegno alle dimissioni da un notaio facendo finta di non sapere che un atto del genere non conta nulla ai fini del diritto parlamentare. Hanno cercato quindi di cambiare argomento, invano".

Di Maio: "Renzi ha preso soldi da mafia capitale" - La parola è poi tornata a Di Maio che, dal palco di Nuoro, ha attaccato il segretario del Pd: "Renzi ci dice che noi abbiamo candidato nelle nostre liste un amico degli Spada. Rispondo io: ma lo dici proprio tu che hai preso i soldi da Buzzi e da mafia capitale per le elezioni?", ha detto il candidato premier M5s raccogliendo gli applausi di centinaia di sostenitori del Movimento.