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Processo Mediaset, Cassazione conferma la condanna penale per Silvio Berlusconi

I giudici invece annullano con rinvio lʼinterdizione dai pubblici uffici che dovrà essere rideterminata dal tribunale di Milano. I legali del leader del Pdl: "Siamo sgomenti, ricorso anche in Europa"

Ansa

Confermata la condanna d'appello a 4 anni di reclusione e rinvio alla Corte d'Appello di Milano per rideterminare l'interdizione per Silvio Berlusconi. Lo ha deciso la Corte di Cassazione a conclusione del processo Mediaset. I legali del leader del Pdl: "La sentenza lascia sgomenti, faremo ricorso anche anche in Europa".

"Vi erano solidissime ragioni ed argomenti giuridici per pervenire ad una piena assoluzione" di Silvio Berlusconi, affermano i difensori Coppi, Ghedini e Longo. "Valuteremo e perseguiremo ogni iniziativa utile anche nelle sedi europee per far sì che questa ingiusta sentenza sia radicalmente riformata".

Pena subito eseguibile - Nessun commento alla decisione della Cassazione sul processo Mediaset da parte del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati che si è limitato a spiegare che "la pena principale è definitiva ed è eseguibile".

Lo stato maggiore del Pdl a Palazzo Grazioli - Subito dopo la lettura della sentenza della Cassazione a Palazzo Grazioli sta arrivando tutto lo stato maggiore del Pdl. Tra i primi a giungere a via del Plebiscito i due capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta, il coordinatore del partito Denis Verdini e il senatore pidiellino Altero Matteoli.

Confermate le condanne dei coimputati - La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di Daniele Lorenzano, Gabriella Galetto e Frank Agrama, coimputati di Berlusconi nel processo Mediaset. Nei loro confronti, dunque, la sentenza di condanna d'Appello diventa definitiva.

La lettura della sentenza - La Corte di Cassazione, è detto nel dispositivo della sentenza, "annulla la sentenza impugnata nei confronti di Silvio Berlusconi limitatamente alla statuizione relativa alla condanna alle pena accessoria per l'interdizione temporanea per anni 5 dai pubblici uffici per violazione dell'art. 12, comma 2, decreto legislativo 10 marzo 2000 n. 74 e dispone trasmettersi gli atti ad altra sezione della corte d'appello di Milano perché ridetermini la pena accessoria nei limiti temporali fissati dal citato articolo 12, ai sensi dell'art. 133 codice penale, valutazione non consentita alla Corte di legittimità. Rigetta nel resto il ricorso del Berlusconi nei cui confronti dichiara, ai sensi dell'articolo 624 comma 2 codice procedura penale, irrevocabili tutte le altre parti della sentenza impugnata".

Silvio Berlusconi blindato a Palazzo Grazioli
- Silvio Berlusconi è rimasto a palazzo Grazioli con i più stretti collaboratori, sua figlia Marina, Gianni Letta e l'avvocato Franco Coppi. L'ex capo del Governo, infatti, ha voluto conoscere l'esito della Cassazione attraverso la tv. Fuori Palazzo Grazioli una ressa di giornalisti e telecamere, gli unici ammessi davanti l'ingresso della residenza romana del Cavaliere. Le strade limitrofe, infatti, per motivi di sicurezza sono state chiuse.