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Affondo di Berlusconi, il governo Monti è a rischio
Legge di stabilità nodo cruciale: voto a febbraio?

Il Pdl fa la voce grossa, in vista un vertice decisivo con il ministro Grilli

Dal Web

Finora, l'appoggio al governo Monti da parte del Pdl non è mai mancato. Finora, sì. Perché adesso gli scenari sono cambiati e l'affondo di ieri di Silvio Berlusconi preoccupa molto Mario Monti. Il leader del centrodestra ha alzato la voce soprattutto sul Fisco ("Ormai si tratta di estorsione"), e la Legge di Stabilità rappresenta lo scoglio su cui potrebbe infrangersi il cammino dei tecnici. "La legge va riscritta" ha dichiarato Brunetta che mette nel mirino Grilli: "Non è vero che riduce la pressione fiscale, il mix tra aumento dell'Iva e taglio dell'Irpef è una trappola". E Berlusconi, si sa, sulla riduzione delle tasse vuole un impegno preciso da parte del governo. Altrimenti via libera alla campagna elettorale in vista del voto.

La sorte del governo Monti, quindi, dipende dalla disponibilità a "cambiare la legge di Stabilità nella parte fiscale e dalla disponibilità al dialogo dei potenziali alleati per una alternativa alla sinistra". Lo conferma anche Maurizio Sacconi in un'intervista al Corriere della Sera. ''Nulla cambia - ha detto Sacconi -. Le primarie si terranno il 16 dicembre, e le parole di Berlusconi sono alla fine una conferma del paradigma della sua azione politica, cioè l'obiettivo di riportare quanto prima la sinistra all'opposizione attraverso la sollecitazione all'unità dei moderati''.

Sacconi condivide le parole di Berlusconi su Sarkozy e Merkel: ''Il ghigno ironico dell'ex presidente francese fu premeditatamente volto a spostare sull'Italia una pressione speculativa che avrebbe potuto rivolgersi con buoni argomenti sulla Francia. Quanto alla Merkel, la Germania ha la tentazione di concepire uno sviluppo tutto baltico dell'Europa che non possiamo accettare''.

Dietro il no a Monti: la Lega

Cinque sere fa Berlusconi era a cena con Mario Monti e, lo lusingava proponendogli di guidare i moderati ma ora, colpo di scena, vuole farlo fuori. Secondo il quotidiano la Stampa dietro il cambio di direzione del Cavaliere ci sarebbe un ritorno di fiamma con la Lega Nord. Sarebbero bastati un paio di incontri tra Berlusconi e Maroni per siglare l'accordo che prevede: Bobo candidato in Lombardia per rilevare le macerie lasciate da Roberto Formigoni e una chiara presa di posizione anti-tecnici con tutto quello che ne consegue, in cambio il Pdl otterrà l'appoggio del Carroccio in vista delle prossime elezioni.

Lo sfogo è un'"offerta" al Pd: voto a febbraio

Enzo Carra, Udc, non ha dubbi e sul discorso di Berlusconi dice “Ma quale sfogo”. Secondo il politico di centro, come riporta il Corriere della Sera, dietro alle parole del Cavaliere ci sarebbe un chiara offerta al Pd. E aggiunge “Prepariamoci a votare a febbraio”. In parole povere la previsione è: chiusura della legislatura anticipata, voto col Porcellum e accorpamento delle elzioni in Lazio e Lombardia.

Proposta che alletta il Pd per diversi motivi. Le parole di Berlusconi ricucono al lumicino le speranze riposte da alcuni nel Monti-bis e garantisce un nemico, classico obiettivo delle campagne elettorali del centrosinistra.

Ciò che fa gioco all'ex premier sono il mantenimento del Porcellum in grado di bi-polarizzare il voto e indirizzarlo. Quello che conviene a entrambi è di tagliare fuori dai giochi l'area di centro ancora in fase embrionale.