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Monti: alla Germania chiediamo un aiuto morale
"Mi preoccupa il risentimento antitedesco"

"Gli Stati più forti dovrebbero lasciare più autonomia a quelli che rispettano le normative Ue. E sarebbe bene smetterla con le voci dissonanti che, dopo i vertici europei, agitano i mercati"

Ansa

Alla Germania l'Italia chiede "sostegno morale e non finanziario". A sottolinearlo, in un'intervista allo "Spiegel", è il presidente del Consiglio, Mario Monti il quale sottolinea anche come i Paesi economicamente forti dell'Eurozona "dovrebbero lasciare più spazio di manovra agli Stati che applicano con la massima precisione le direttive europee". E aggiunge: "Sono preoccupato dall'atteggiamento antitedesco del Parlamento italiano".

"Troppo risentimento antitedesco"
"Nei mesi scorsi - ha spiegato Monti al settimanale tedesco - mi ha molto preoccupato, e l'ho raccontato alla cancelliera Merkel, il crescente risentimento del Parlamento italiano contro l'Europa, contro l'euro e contro i tedeschi". Il premier ha così ribadito i timori che l'euro diventi un fattore disgregante.

"Se avessi dovuto tenere in considerazione le posizioni del Parlamento italiano", dal quale "avevo avuto indicazioni di far passare gli eurobond - ha detto ancora - non avrei dovuto dare il consenso italiano nell'ultimo consiglio europeo" di fine giugno. Il premier ha spiegato che "ogni governo ha il dovere di guidare il proprio Parlamento", anche perché se i governi seguissero "esclusivamente le decisioni dei parlamenti la rottura dell'Europa sarebbe più probabile della sua integrazione".

Se la moneta unica diventa un fattore disgregante, "allora i fondamenti del progetto di Europa sono distrutti", riprende il premier, mettendo in guardia sul fatto che "le tensioni che hanno accompagnato negli ultimi anni l'Eurozona recano già i tratti di una dissoluzione psicologica dell'Europa".

"Infondate le preoccupazioni tedesche"
Le preoccupazioni tedesche e del Nord Europa sul fatto che gli aiuti della Bce ai Paesi deboli dell'Eurozona possano rallentare i processi di riforme e risanamento "sono infondate", secondo Monti, che aggiunge, rivolto al giornalista di "Spiegel": "Se lei leggesse le condizioni poste dai fondi salva-Stati europei o anche solo le dichiarazioni della Bce dello scorso giovedì, ammetterebbe che tali preoccupazioni sono infondate".  

"Salvare l'Italia dal baratro"
Nell'intervista il premier illustra poi il suo obiettivo: restare in carica fino ad aprile 2013 e salvare l'Italia dalla rovina finanziaria. E si lascia poi andare anche a un paio di battute sui suoi "sei giorni di ferie" e al rapporto con Angela Merkel. "Se tutto scorre secondo i piani, rimarrò in carica fino ad aprile 2013 - precisa - e spero di essere riuscito a quel punto ad aver salvato l'Italia dalla rovina finanziaria". Ferie ridotte all'osso dunque per il presidente del Consiglio a causa della crisi dell'euro, con appena sei giorni di riposo.

Ferie lampo e superlavoro per Monti
"Ho solo sei giorni di vacanza e spero che non vadano a monte, anche se guardo con una certa calma all'estate". Quando gli viene chiesto in che modo vuole essere ricordato dagli italiani, il premier aggiunge che spera "che l'Italia diventi un po' più noiosa per gli osservatori esteri". Sul suo rapporto personale con Angela Merkel il premier sottolinea che è "amichevole e cordiale".

"Ci conosciamo da molti anni e sono molto lieto del riconoscimento nei miei confronti da parte del cancelliere e del ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, per i progressi realizzati dalla politica italiana", aggiunge. All'osservazione che anche Berlusconi ha rivendicato un rapporto amichevole con la Merkel, smentito però da Berlino, Monti risponde ironico: "Allora aspettiamo adesso con calma che arrivi un'altra smentita".

"Eurozona più solida dopo il vertice di Bruxelles"
E, anche se in relazione alla Grecia resta un certo rischio, "dopo una lunga preparazione, al recente vertice di Bruxelles di fine giugno abbiamo raggiunto complessivamente buoni risultati, che dovrebbero permettere ai mercati di avere uno sguardo migliore su quanto sia realmente solida l'Eurozona".

E ancora Monti ribadisce che l'Italia ha dato aiuti all'Ue ma non ne ha mai usufruito, spiegando che "il nostro debito pubblico quest'anno ha raggiunto il 123,4% del Pil. Senza i contributi (per i fondi salva-Stati e i prestiti concessi ai Paesi in crisi) saremmo al 120,3%".

"Gli alti tassi italiani sovvenzionano i bassi tassi tedeschi"
Gli alti tassi d'interesse che l'Italia deve pagare sui titoli di Stato "sovvenzionano i bassi tassi tedeschi", ha detto poi Monti. Su tale condizione pesa sicuramente "il rischio di una frantumazione dell'Eurozona", considera il premier: "Senza questo rischio i tassi d'interesse per i titoli di Stato tedeschi sarebbero anche un po' più alti".

Appello ai mercati: "Basta con le voci dissonanti dopo i vertici"
Monti chiude con un appello ai mercati, dicendo che sarebbe utile "migliorare la comunicazione sulle decisioni dell'Eurozona", considerato che "gli intoppi provocati da informazioni non completamente coincidenti provocano nuove turbolenze sui mercati". "Molto più serio", ha detto il premier con un implicito riferimento a Finlandia e Olanda, "è il fatto che ci sono un paio di Paesi i quali ogni volta che abbiamo raggiunto il consenso, uno o due giorni dopo rimettono in discussione l'intesa".