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Vaticano, entra in vigore lo storico accordo tra Santa Sede e Palestina

Il documento era stato firmato alla fine di giugno e diventa ora operativo, nonostante le preoccupazioni manifestate da Israele

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Entra in vigore l'accordo tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina firmato il 26 giugno.

Lo comunica la Sala stampa vaticana. Il testo comprende un preambolo e 32 articoli e riguarda, spiega la Santa Sede, "aspetti essenziali della vita e dell'attività della Chiesa in Palestina, riaffermando nello stesso tempo il sostegno per una soluzione negoziata e pacifica del conflitto nella regione".

E' importante anche la parte dell'accordo riguardante la tutela dei luoghi santi a partire dal regime dello "Status quo". Si riconosce poi alla Chiesa locale, parte attiva nei negoziati diplomatici che hanno condotto all'accordo, il diritto di operare negli ambiti educativo, assistenziale, sociale e della comunicazione.

Tra i prossimi passi potrebbe esserci anche l'apertura in Vaticano di un'ambasciata dello Stato di Palestina, come aveva annunciato nei mesi scorsi il ministro degli Esteri palestinese, Riyad al-Maliki. Una prospettiva che però potrebbe creare nuove tensioni con Israele, che ha criticato con durezza il riconoscimento dato, con la firma di un documento ufficiale e di valore giuridico, dalla Santa Sede allo Stato di Palestina.

Nel testo dell'accordo viene espresso "l'auspicio per una soluzione della questione palestinese e del conflitto tra israeliani e palestinesi nell'ambito della Two-State Solution", aveva spiegato all'Osservatore Romano monsignor Antoine Camilleri, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, a ridosso della firma dell'intesa. Sarebbe "positivo - aveva spiegato il capo della delegazione vaticana - che l'accordo raggiunto potesse in qualche modo aiutare i palestinesi nel vedere stabilito e riconosciuto uno Stato della Palestina indipendente, sovrano e democratico che viva in pace e sicurezza con Israele e i suoi vicini, nello stesso tempo incoraggiando in qualche modo la comunità internazionale, in particolare le parti più direttamente interessate, a intraprendere un'azione più incisiva per contribuire al raggiungimento di una pace duratura e all'auspicata soluzione dei due Stati".

La ricerca di una soluzione al conflitto nella regione è stata anche l'oggetto della preghiera del Patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Fouad Twal, nella sua prima messa del 2016: "Nell'anno che si apre, continueremo a pregare per la pace nella nostra terra, perché gli israeliani e i palestinesi abbandonino le vie della violenza e si mettano sulla strada che conduce alla pace. Il Signore, quando sarà venuto il momento, ci accorderà pace e riconciliazione".