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Uccisi in Libia, Minniti al Copasir: "Sono vivi gli altri due italiani rapiti"

Secondo il sottosegretario i due tecnici non sono stati coinvolti nel conflitto a fuoco. La conferma di una jihadista: "Sono a Sabatra"Il dibattito politico si scalda: partiti indecisi sulla missione

Uccisi in Libia, Minniti al Copasir:
tgcom24

Gli altri due tecnici della Bonatti di Parma rapiti a luglio in Libia non sono rimasti coinvolti nello scontro a fuoco in Libia in cui sarebbero stati uccisi i loro colleghi Fausto Piano e Salvatore Failla.

Lo ha detto al Copasir, secondo quanto si apprende, il sottosegretario con delega ai servizi segreti Marco Minniti. Secondo media libici Filippo Calcagno e Gino Pollicardo sarebbero nelle mani del leader locale dell'Isis.

Moglie di un jihadista: "Sono a Sabrata" - A confermare le parole di Minniti c'è la dichiarazione di una donna, moglie di uno jihadista, catturata nello scontro a fuoco: "Nell'interrogatorio la prigioniera ha confessato che vi sono due italiani in un luogo nella periferia di Sabrata. La ricerca è ancora in corso", ha rivelato il presidente del locale Consiglio militare, Taher El-Gharably.

Stucchi: "Non reclutati dall'Isis" - L'ipotesi che i due ostaggi italiani uccisi in Libia siano stati vittima di una guerra tra bande "non è nemmeno la più probabile". Lo ha detto il presidente del Copasirm Giacomo Stucchim al termine dell'audizione del sottosegretario Minniti. "Mi sento anche di escludere - ha detto - che gli ostaggi fossero stati reclutati nelle fila dello Stato islamico".

"Dopo bombe Usa cambiato scenario" - "I bombardamenti Usa a Sabrata, avvenuti un mese fa, hanno cambiato lo scenario in quella zona, hanno creato ripercussioni e hanno portato le milizie presenti a tentare di riprendersi le loro posizioni". E' quanto ha aggiunto Stucchi rispondendo a chi gli chiedeva se il raid americano possa aver messo a rischio i 4 ostaggi italiani.

"Priorità riportare in Italia gli altri due ostaggi" - Il presidente del Copasir è poi tornato a parlare degli altri due ostaggi italiani non coinvolti nella sparatoria: "Lavoriamo per ripotarli a casa al più presto. La priorità sono loro e per questo serve osservare un rigoroso silenzio su situazioni delicate. Ci auguriamo inoltre che i corpi delle due vittime rientrino presto".