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Strage nel rogo in Siberia: "Uscite bloccate e antincendio ko"

Allʼindomani delle fiamme che hanno distrutto il centro commerciale di Kemerovo scoppiano le polemiche: "Materiali scadenti e legge aggirata grazie alle bustarelle"

L'incendio nel centro commerciale di Kemerovo, in Siberia, che è per ora costato la vita a 64 persone, tra le quali molti bambini, fa scoppiare in tutta la Russia la polemica sulla sicurezza.

Il Comitato Investigativo conferma le prime denunce: allo Zimnyaya Vishnya si sono verificate "gravi violazioni alle norme di sicurezza, sia durante la costruzione che l'esercizio". Un addetto alla sicurezza avrebbe "disattivato" il sistema antincendio e le porte d'emergenza "erano bloccate". E ancora, "materiali scadenti e norme aggirate con le bustarelle". All'appello, intanto, manca un'intera classe in gita.

Il rogo di Kemerovo potrebbe trasformarsi nello scandalo-simbolo di ciò che non va nella Russia del quarto mandato di Putin. Il deputato locale Anton Gorelkin ha accusato di corruzione senza mezzi termini il vice sindaco della città, che ha firmato il nulla osta al centro commerciale. L'ipotesi è che la struttura sia stata costruita con materiali scadenti e che le norme di sicurezza siano state aggirate grazie alle bustarelle. "Nessuna tangente può ripagare la vita dei nostri bambini", ha dichiarato furibondo Gorelkin.

Gli inquirenti per ora hanno disposto il fermo di quattro persone e stanno cercando di interrogare l'ultimo proprietario del centro, il miliardario Denis Shtenghelov, magnate dei dolci che risiede in Australia.

Vladimir Putin e Dmitri Medvedev hanno espresso le condoglianze ai parenti delle vittime e il Cremlino ha sottolineato che il presidente è "al corrente" della situazione a Kemerovo. "Le indagini sono in corso, è prematuro fare ipotesi", ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.

Sulle possibili cause nessuna indicazione: c'è chi ha puntato il dito su un possibile corto circuito e chi, invece, ha parlato della possibiità di un gioco di un bambino, con un accendino, finito male.