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Somalia, esplosione e spari in area hotel a Mogadiscio

Il commando formato da tre attentatori: un primo terrorista si sarebbe fatto esplodere conto lʼingresso dellʼhotel, di fatto "aprendo la via" agli altri due

Attacco a Mogadiscio, in Somalia.

Un'autobomba è stata fatta esplodere davanti all'hotel Ambassador mentre tre assalitori armati, che appartengono al gruppo terroristico di Al Shabaab, si sono fatti largo, sparando all'impazzata, all'interno dell'albergo frequentato da autorità ministeriali e imprenditori. Sul posto sono intervenute le forze speciali somale, che hanno messo in sicurezza la struttura, liberato 10 ostaggi e ucciso un jihadista.

La ricostruzione dell'attacco - Secondo quanto ricostruito, l'attacco ha preso inizio con un kamikaze si è fatto esplodere su un'autobomba contro l'ingresso dell'hotel Ambassador, situato nella centrale via Makkah Almukarramah. Mentre la gente fuggiva in preda al panico, altri due jihadisti sono entrati nell'albergo sparando a caso contro chiunque capitasse loro a tiro e sono riusciti a salire all'ultimo piano.

Almeno 15 morti e 40 feriti - Sul terreno, al loro passaggio, hanno lasciato una quindicina di morti e almeno 40 feriti. La zona è stata immediatamente isolata e le forze di sicurezza hanno rapidamente predisposto un piano per eliminare il commando. Neanche un'ora dopo l'inizio dell'attacco, l'Agenzia nazionale di informazione e sicurezza somala ha riferito che le forze di polizia hanno fatto irruzione mettendo in sicurezza tre piani dell'albergo e portando in salvo almeno dieci persone. I due terroristi, hanno aggiunto, si sono trincerati ai piani alti continuando a sparare.

Ennesimo tentativo di destabilizzare il Paese - Secondo gli esperti, l'attacco rappresenta l'ennesimo tentativo di destabilizzare il Paese, peraltro mai pacificato dopo l'intervento militare internazionale che nel 1991 portò alla fine della dittatura di Siad Barre, ad opera dei miliziani integralisti che stanno cercando di formare un fronte comune con lo Stato islamico e i Boko Haram nigeriani.