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Slovacchia, giornalista ucciso indagava su legami politica-'ndrangheta

Kuciak ha lavorato per più di un anno sui legami dellʼorganizzazione mafiosa con esponenti politici di vertice. Si dimettono lʼassistente del premier e il segretario sicurezza: erano finiti nellʼinchiesta

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Jan Kuciak, il reporter slovacco ucciso con la fidanzata, aveva lavorato "per più di un anno" sulle attività della 'ndrangheta in Slovacchia e sui legami dell'organizzazione mafiosa con esponenti politici di vertice nel suo Paese.

Lo ha confermato Marek Vagovic, il capo dell'unità investigativa del sito dove Kuciack lavorava, Aktuality.sk. Ora, in seguito all'omicidio del reporter, tanti suoi colleghi sono stati messi sotto protezione dalla polizia.

Kuciak si dedicava soprattutto a procedimenti giudiziari per frodi fiscali che lambivano il partito di governo del premier Robert Fico. Ed aveva ricevuto anche minacce da un controverso imprenditore, Marian Kocner, su cui aveva scritto. Nell'ultimo anno e mezzo, però, si stava occupando delle infiltrazioni della mafia calabrese e dei suoi legami con esponenti politici di vertice a Bratislava, come ha confermato il suo capocronista, Marek Vagovic, aggiungendo che Aktuality pubblicherà un'inchiesta della vittima sul coinvolgimento di aziende gestite dalla mafia negli appalti pubblici e nelle gare Ue.

Un altro giornalista che lavora in Slovacchia, il canadese Tom Nicholson, ha spiegato in un'intervista al quotidiano Sme che Kuciak gli aveva parlato di un'inchiesta a cui stava lavorando, incentrata sulla mafia italiana e i fondi Ue per l'agricoltura slovacca, e che si era detto pronto a testimoniare, ma la polizia non lo aveva contattato. Lo stesso quotidiano di Bratislava ha riferito che due businessmen italiani in odor di mafia avrebbero fatto affari con una assistente del premier Fico ed un altro esponente del suo partito.

Da parte sua, il capo del governo ha difeso i suoi collaboratori ed ha portato davanti alle telecamere un milione di euro in contanti per confermare l'offerta di ricompensare chi contribuirà all'arresto dell'assassino. "Non si possono collegare a un assassinio premeditato delle persone senza presentare una prova rilevante", ha detto il premier.

Si dimette il ministro della Cultura - Intanto il ministro della Cultura slovacco, Marek Madaric, ha annunciato le sue dimissioni in seguito all'assassinio del giornalista Jan Kuciak. "Dopo quello che è successo, non riesco ad immaginare di rimanere in carica come ministro. Quello della Cultura è il dicastero più vicino ai media", ha detto Madaric.

Via anche l'assistente del premier e segretario sicurezza - L'assistente del premier Robert Fico, Maria Troskova, e il segretario del Consiglio di sicurezza, Viliam Jasan, si sono dimessi dalle loro cariche nell'ufficio del governo. I loro nomi erano finiti nell'inchiesta del reporter, pubblicata oggi da Aktuality.sk, per legami e affari con persone che orbitano attorno alla 'ndrangheta in Slovacchia.

Le modalità del duplice omicidio, in ogni caso, fanno pensare all'opera di un professionista che potrebbe essere legato al crimine organizzato. Kuciak è stato ucciso con un proiettile al petto, mentre la giovane compagna è stata colpita alla testa. L'arma non è stata ritrovata, e nessuno è stato finora arrestato. Secondo i media locali, tra l'altro, accanto ai corpi senza vita dei due giovani sono state ritrovate alcune cartucce: forse un avvertimento, indirizzato ad altri giornalisti investigativi. Tanto che le autorità sono corse ai ripari mettendo sotto protezione diversi suoi colleghi.

L'omicidio di Kuciak ha scosso profondamente la Slovacchia, perché è il primo nella storia della giovane repubblica europea. I giornali del Paese sono usciti con le prime pagine in nero, in segno di lutto. Da Bruxelles, il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha "condannato questa azione vigliacca", sottolineando che "l'assassinio o l'intimidazione dei giornalisti non hanno posto in Europa, non hanno posto in alcuna democrazia".