FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Paesi Europa meridionale: sì a consultazioni popolari su futuro Ue

Il vertice si è tenuto a Roma. Concordi i leader sulla necessità di più solidarietà nella gestione della crisi migratoria e sulla necessità di più condivisione del rischio e del bilancio economico

Paesi Europa meridionale: sì a consultazioni popolari su futuro Ue - foto 1
ansa

Consultazioni popolari in tutta Europa dalla prossima primavera per sentire i cittadini sul futuro dell'Unione europea.

E' la proposta lanciata dai leader dei Paesi del sud d'Europa nel documento finale del vertice di Roma, facendo propria l'idea lanciata del presidente francese Emmanuel Macron. Sì anche alle liste transnazionali per le elezioni del Parlamento europeo, convinti che questo possa "rafforzare la dimensione democratica dell'Unione".

Al termine del vertice che si è tenuto a Villa Madama tra i sette Paesi del Sud dell'Europa (Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Grecia, Malta e Cipro) è stata redatta dai leader una dichiarazione congiunta che vuole proporre una serie di idee per la Ue del 2018, sempre colpita da flussi migratori ma con meno problemi economici, senza l'apporto di Londra che si appresta ad uscire ma con la possibilità di rilanciare con più federalismo.

Le consultazioni dei cittadini sul futuro della Ue - "Appoggiamo tutte le iniziative che possano rafforzare la democrazia e la partecipazione" nell'Unione europea. In questo contesto "accogliamo l'idea di tenere delle 'consultazioni di cittadini', in tutta Europa, su posizioni chiave per il futuro dell'Ue, a partire dalla prossima primavera". L'idea, fortemente appoggiata dalla Francia, dovrebbe essere messa a punto dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, in modo che ogni Paese dell'Unione possa ospitare queste 'consultazioni' nelle quali i cittadini potranno dire la loro.

Le liste transnazionali - Con l'uscita del Regno Unito dall'Ue, il Parlamento europeo si troverà con 73 seggi vacanti. Da tempo si discute su che cosa fare con questi seggi. L'idea è che non vengano aboliti o ripartiti tra gli altri Paesi. Potrebbero essere assegnati a rappresentanti eletti in liste transnazionali. In sostanza, un candidato della Spagna potrebbe essere votato anche in Italia, un lituano potrebbe avere i favori degli elettori in Ungheria. L'idea di fondo è di rafforzare l'idea di una comune cittadinanza.

Migranti, proteggere le frontiere sia onere Ue - La gestione dei flussi migratori rappresenterà "una sfida fondamentale per l'Unione europea negli anni a venire", si legge ancora nella dichiarazione finale. I leader dei sette Paesi di dicono quindi "particolarmente preoccupati e colpiti" così come lo sono i Paesi alle frontiere esterne dell'Ue e "l'onere di proteggere questi confini" deve essere "riconosciuto e condiviso dall'Ue".

"Fondi adeguati dovrebbero continuare per gli strumenti finanziari esistenti, come il Trust Fund e lo strumento Ue-Turchia", si legge nella dichiarazione finale, che spinge anche per costruire un nuovo e giusto sistema comune europeo per l'Asilo, basato su "l'effettivo rispetto dei principi di responsabilita' e solidarieta', specialmente verso gli Stati membri in prima linea".

"Completare e rafforzare l'unione bancaria" - "Completare e rafforzare l'unione bancaria è la priorità", scandisce la dichiarazione finale. "Una copertura comune per il Single Resolution Fund e lo European Deposit Insurance Scheme dovrebbe essere istituita il prima possibile", dichiarano ancora i leader. Si deve far questo, a loro parere, in linea con "gli obiettivi di condivisione e riduzione del rischio". Sul bilancio comune, ha detto Macron, bisognerà "convincere i nostri partner" ma l'obiettivo è di arrivare ad una vera e propria "unione del finanziamento.

I "beni comuni" europei - La dichiarazione dei sette leader sottolinea infine che devono essere individuati "beni pubblici, beni comuni europei, che richiedono politiche comuni e, in futuro, impegni budgetari comuni". Questi "beni comuni" potranno andare dalle frontiere esterne dell'Unione alla sicurezza, passando per la cultura.

Tsipras: "Il 2018 è l'anno della fine della crisi" - "Il 2018 è l'anno della fine della crisi, che si chiude dove era iniziata, nel sud Europa. Ora si mettano in campo le misure per far sì che essa non si ripeta", ha detto il premier greco Alexis Tsipras al termine del vertice. Secondo Tsipras ora "non si deve più parlare la lingua della crisi, ma quella della democrazia e della solidarietà. Perché in Europa non mancano le norme, quel che manca sono le norme per la convergenza economica e sociale e per la solidarietà".

Gentiloni: "E' il momento per una maggiore coesione europea" - Per Paolo Gentiloni "la domanda di Europa a livello globale e il momento positivo per tutte le economie europee fanno sì che questo sia il momento giusto per fare uno sforzo per una maggiore coesione europea". Il premier ha quindi sottolineato che l'incontro dei Med-7 "vuole ridurre le differenze tra nord e sud Europa, tra est e ovest": "il momento per farlo è questo in cui la congiuntura economica consente investimenti sul futuro".

Macron: "Serve solidarietà e di rivedere Dublino" - Macron ha ripreso il tema dei migranti sottolineando la necessità di "rafforzare gli elementi di solidarietà per proteggere meglio le frontiere europee e andare verso una gestione comune" dei flussi migratori, "rispondendo alle incoerenze del Trattato di Dublino".

Rajoy: "Avanti su unione monetaria e bancaria" - "L'Europa è fondamentale, dobbiamo implementare l'unione monetaria, concludere l'unione bancaria, il mercato interno, il mercato unico digitale e dare al libero scambio tutta l'importanza necessaria", ha detto il premier spagnolo Mariano Rajoy, in conferenza stampa al termine del vertice . Inoltre, ha aggiunto il leader spagnolo, "vogliamo un'Europa più democratica in cui le persone partecipino" di più.