Nuova Zelanda, fondatore di Megaupload verso l'estradizione negli Stati Uniti
Kim Dotcom e soci sono accusati di pirateria online su scala industriale e potrebbero essere condannati a decenni di prigione
Kim Dotcom, l'estroso fondatore del servizio di file-sharing Megaupload, e tre dei suoi soci hanno perso l'ultima possibilità per evitare l'estradizione negli Stati Uniti.
Giovedì la Corte d'Appello della Nuova Zelanda ha confermato precedenti sentenze giudiziarie secondo cui gli uomini possono essere consegnati alle autorità degli Usa. Se giudicati colpevoli, Kim Dotcom e soci potrebbero essere condannati a decenni di prigione.
Dotcom, accusato di pirateria online su scala industriale, aveva chiesto alla corte di ribaltare
due sentenze precedenti che sancivano il suo trasferimento e di tre coimputati negli Usa per il
processo. Il Tribunale si è invece schierato con l'inchiesta
guidata dall'Fbi, iniziata nel 2012 con un raid nella villa di
Auckland del miliardario fondatore di Megaupload.
"Le evidenze fornite dagli Stati uniti sostengono chiaramente le accuse che i ricorrenti hanno cospirato per
violare volontariamente e su vasta scala le leggi sul copyright
per trarne un profitto commerciale", ha scritto la corte. Megaupload,è stato chiuso dalle autorità statunitensi all'epoca del raid nel 2012.
Se estradato, Dotcom dovrà essere processato per ricettazione, frode e
riciclaggio e rischia fino a 20 anni di carcere. Secondo gli Usa
Megaupload ha realizzato profitti illeciti per 175 milioni di
dollari ed è costato ai detentori di copyright oltre 500 milioni
di dollari con l'offerta di contenuti piratati.