FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Il tesoro ritrovato del galeone San Josè vale 17 miliardi, ma a chi appartiene?

Il luogo era segreto, lo conosceva solo il presidente della Colombia. Ora è stato ritrovato da un robot sottomarino: il Paese sudamericano e la Spagna se lo contendono

Il tesoro ritrovato del galeone San Josè vale 17 miliardi, ma a chi appartiene? - foto 1
twitter

Un galeone spagnolo affondato 310 anni fa, al largo della Colombia.

Qualcuno sapeva dove fosse di preciso, ma lo ha tenuto segreto per tre anni, finchè non è stato ritrovato da un robot sottomarino. Un tesoro che potrebbe valere anche 17 miliardi di dollari e che non si sa a chi appartenga. Gli ingredienti per un romanzo d'avventura ci sono, ma in questo caso si tratta di un bottino vero e di una disputa in corso fra Spagna, Colombia e UNESCO per decidere chi deve accaparrarselo.

Il tesoro La nave San Josè era la più grande di una flotta di spagnola che solcava gli oceani agli inizi del XVIII secolo. L'8 giugno 1708 è affondata sotto i cannoni dell'ammiraglio inglese Charles Wagner, portandosi con sé i 600 uomini dell'equipaggio e il carico che stava trasportando. Oro, argento e smeraldo, per un valore totale che potrebbe raggiungere anche i 17 miliardi di dollari (14 miliardi di euro). Uno dei bottini più preziosi mai persi in mare, tanto che viene conosciuto anche come "il Santo Graal dei naufragi".

La perlustrazione Il relitto del galeone era già stato avvistato e fotografato tre anni fa, ma il luogo, al largo del porto di Cartagena in Colombia, era stato tenuto segreto. Lo ha ritrovato la Woods Hole Oceanographic Insitution, un'istituzione privata di ricerca, grazie a un robot sottomarino. Il Remus 6000, dotato di sensori e telecamere in grado di arrivare a oltre 6mila metri di profondità, ha individuato la nave e fotografato tutto ciò che era a portata di obiettivo. I resti, i 62 cannoni di bronzo per difendersi e il tesoro. Jeff Kaeli, uno degli ingegneri che hanno programmato il Remus 6000, ha raccontato a Cbs News che era ancora nella sua cuccetta, quando le prime immagini sono arrivate: "In quel momento, probabilmente, ero l'unica persona al mondo che sapeva che il relitto era stato ritrovato".

Ma a chi appartiene il tesoro? Fin qui, sembra il racconto di un'avventura moderna. Poi la storia diventa meno emozionate e più politica: a chi spettano tutti quegli oggetti preziosi rimasti per 300 anni in fondo all'oceano? Come riporta il Corriere della Sera, il presidente colombiano Manuel Santos ha ricevuto in dono tre anni fa da uno storico cubano una mappa, che indicava dov'era affondato il galeone. Ora vuole riportarlo in superficie e si appella a una legge nazionale del 2013, che gli consentirebbe di utilizzare il tesoro anche a scopo di lucro. Ma l'Unesco ne rivendica il diritto di protezione, secondo la Convenzione sul patrimonio culturale subacqueo del 2001, che imporrebbe di preservare quanto rinvenuto per il bene di tutta l'umanità. Il governo colombiano potrebbe aggirare il problema se, come annunciato, costruisse un museo, con annesso laboratorio di ricerca, per mostrare il tesoro a tutti. Ci si dimentica però della Spagna: il galeone era il suo, potrebbe reclamare per sé il carico?