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Datagate, Zuckerberg al Senato Usa: "Mi dispiace, errore mio"

Il Ceo e fondatore di Facebook ha ammesso: "Eʼ ovvio che non abbiamo fatto abbastanza per prevenire lʼuso improprio dei dati"

Datagate, Zuckerberg al Senato Usa:
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"Mi dispiace" per gli abusi effettuati sugli account degli utenti di Facebook.

Così Mark Zuckerberg ha scandito le sue scuse in apertura dell'audizione alla commissione congiunta Giustizia e Commercio del Senato americano. "E' ovvio che non abbiamo fatto abbastanza per prevenire l'uso improprio dei dati. E' stato un mio errore", ha ammesso il Ceo e fondatore di Facebook riferendosi allo scandalo sulla fuga di dati a Cambridge Analytica.

"Siamo stati lenti sulla minaccia delle interferenze nelle elezioni" - Zuckerberg ha quindi riconosciuto la lentezza dei responsabili del social network nel riconoscere la minaccia delle interferenze russe nelle elezioni 2016. "Ne sono rammaricato", ha detto rispondendo alle domande dei senatori. "La squadra di Robert Mueller, il procuratore speciale che guida l'inchiesta sul Russiagate, ha sentito i dipendenti di Facebook", ha aggiunto.

"Un chiaro errore fidarsi di Cambridge Analytica" - "E' stato chiaramente un errore - ha ribadito - credere a Cambridge Analytica quando dissero che avevano smesso di utilizzare impropriamente i dati degli utenti. Non avremmo dovuto fidarci soltanto della loro parola. Ci vorrà del tempo per elaborare tutti i cambiamenti che dobbiamo apportare, ma mi impegno a farlo nel modo giusto". Zuckerberg ha comunque chiarito che il social network non ha registrato ricadute nel suo utilizzo in seguito al caso Cambridge Analytica.

"Ci sarà sempre una versione gratuita di Facebook" - "Ci sarà sempre una versione gratuita di Facebook", ha assicurato. "La nostra missione - ha spiegato Zuckerberg - è connettere le persone ovunque nel mondo, riunirle, e per farlo crediamo che dobbiamo fornire un servizio che tutti possono permettersi".

"La priorità è proteggere la nostra comunità, non il profitto" - Il giovane miliardario, che ha inventato il social da studente di Harvard nel 2004 trasformandolo in una rete di due miliardi di utenti, si è poi difeso dicendo che il suo non è un monopolio, ma "una compagnia idealista e ottimista". "Voglio essere chiaro su quale sia la nostra priorità: proteggere la nostra comunità è più importante che massimizzare il profitto", ha sostenuto Zuckerberg.

La prima audizione si è conclusa dopo 5 ore - Si è conclusa dopo circa cinque ore la testimonianza di Zuckerber davanti alla commissione congiunta Giustizia e Commercio al Senato americano. La prima di una maratona lunga due giorni, che lo vedrà a partire dalle 10 del mattino a Washington (le 16 in Italia) davanti alla commissione Commercio della Camera.