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Crisi, ora in Grecia chiude la tv pubblica

La decisione del governo: saranno licenziati 2.800 dipendenti. Protestano le altre stazioni radio-televisive private che per solidarietà non trasmetteranno i notiziari della serata

Ap/Lapresse

Il governo greco ha annunciato la chiusura della tv pubblica e il conseguente licenziamento di tutti i suoi 2.800 dipendenti. La decisione rientra nell'ambito del piano per il risanamento dell'economia concordato con la Troika (Fmi, Ue e Bce). Tra le misure sono previste anche le privatizzazioni delle aziende a partecipazione statale.

In segno di protesta contro la decisione del governo, le stazioni radio-televisive private hanno deciso di non trasmettere notiziari e telegiornali. Lo hanno annunciato le tre maggiori emittenti televisive private Antenna, Mega e Skai precisando che le trasmissioni dei notiziari riprenderanno a partire da mercoledì mattina. Nel frattempo anche i sindacati dei giornalisti della carta stampata stanno valutando la possibilità di eventuali iniziative di protesta, in segno di solidarietà per i dipendenti della Ert.

Già cessate le trasmissioni - In serata, dopo l'annuncio, i canali della Ert sono stati oscurati e il ripetitore principale situato su una montagna vicino ad Atene, è stato neutralizzato dalla polizia. Lo riferiscono fonti sindacali. Con la chiusura dell'emittente pubblica sarà creato un nuovo ente radio-tv, non più a controllo statale, con meno personale. "E' illegale. Il governo ha chiuso la principale emittente del paese: una mossa più simile a un governo Ceausescu che a una democrazia", protesta Panayotis Kalfayanis, il leader del maggior sindacato greco dei dipendenti televisivi.

Gente in piazza - Centinaia di persone sono scese in strada ad Atene e Salonicco per protestare contro la chiusura della tv pubblica. Già dal pomeriggio giornalisti, sindacalisti e dimostranti contrari alla chiusura si erano radunati nella zona di Agia Paraskevi nella capitale dove la gente continua ad affluire. Lo riferisce il sito di informazione In.gr.