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India, i due marò vittime di una trappola: attirati in acque indiane per essere arrestati

Il giallo di un attacco simile avvenuto ai danni di una nave greca. Gli indiani sparano e forse uccidono degli innocenti. E trovano un colpevole

Reuters

L'arresto dei due marò accusati di omicidio è stata una trappola.

Il tranello che ha portato al fermo da parte delle autorità indiane di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone scatta così: la guardia costiera di Kochi avverte gli italiani che il peschereccio che ha attaccato la petroliera Enrica Lexie è in mani indiane, carico di armi. Si attende solo una denuncia formale, basta entrare nelle acque territoriali.

Trappola i cui sono caduti i nostri militari, malgrado la Marina militare italiana avesse subodorato qualcosa.

Una volta attirati fuori dalle acque internazionali, succede quel ormai tutti conoscono: i due militari scendono a terra e vengono arrestati. Scoppia il caso internazionale ancora lontano da trovare una soluzione. Eppure la Marina italiana, subito interpellata, si era dichiarata contraria all'ingresso della Lexie in quelle acque poco tranquille.

E Riporta il Corriere della Sera, si fa strada un'ipotesi ancor più inquietante del caso. Pare infatti che poco prima un mercantile abbia attaccato un'altra nave greca, costringendo la marina indiana ad intervenire e sparare uccidendo pescatori innocenti. Serviva quindi un alibi, o un colpevole pronto da usare. Notizia che però è stata smentita dalla Marina mercantile ellenica.

Intanto i Fucilieri del Reggimento San Marco ribadiscono di non aver sparato sul peschereccio. La Marina militare ribadisce la falsità delle accuse mosse a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sospettati dalle autorità indiane di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. E lo fa direttamente dalle colonne del proprio sito web.

"I due fucilieri, uomini addestrati a pensare prima di agire - si legge sulla home page, accanto a un'immagine della Enrica Lexie - sono intervenuti esclusivamente secondo le procedure e nell'ambito delle misure che riguardano la lotta alla pirateria. Hanno sparato colpi di avvertimento in aria e in acqua (warning shots) per salvaguardare il proprio territorio, rispondendo in pieno alle norme esistenti. Vale a dire, proteggere la sicurezza dei traffici marittimi da un'attività criminosa che mette a repentaglio le libertà economiche e personali dell'alto mare".

Ma la situazione appare sempre più preoccupante
I due marinai italiani, accusati dall'India di aver ucciso due pescatori, dovranno rimanere altri 11 giorni a disposizione dell'autorità giudiziaria. I nostri connazionali intanto oggi compariranno di nuovo davanti al magistrato. Le prossime 24 ore saranno cruciali perché si deciderà sull'ammissione di una prova regina: la registrazione satellitare della posizione della nave, dalla quale dipende la giurisdizione indiana o italiana sul caso.