FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Apocalisse in Nepal, oltre 5.000 morti Premier Koirala: forse 10mila vittime

Per la polizia di Kathmandu sono oltre 8.200 i feriti. Il premier nepalese: "Problemi logistici nei soccorsi". Scendono a 10 gli italiani irreperibili

nepal terremoto soccorsi
ansa

Il bilancio delle vittime del terremoto che sabato ha colpito il Nepal è salito a 5.057 morti e oltre 8.200 feriti. Lo ha reso noto la il Times of India online. Il governo, intanto, ha annunciato di avere identificato i nove distretti nepalesi più colpiti dal sisma: Sindhupalchowk, Kathmandu, Nuwakot, Dhading, Bhaktapur, Gorkha, Kavre, Lalitpur e Rasuwa. Secondo il premier Sushil Koirala "il numero dei morti potrebbe salire a 10mila".

Villaggi distrutti - A Mano a mano che i soccorsi arrivano nelle valli a nord di Kathmandu, quelli più vicini all'epicentro, il quadro della tragedia si fa sempre più drammatico. Martedì è giunta la notizia di 250 dispersi sotto una valanga che ha travolto il villaggio di Ghodatabela, a oltre 2500 metri di quota, situato su un popolare trekking nella scenica valle di di Langtang. Si teme che ci possano essere anche turisti stranieri. Il posto è stato raggiunto dagli elicotteri ma il maltempo ha impedito le operazioni di ricerca.

Migliaia di bambini a rischio ipotermia - Anche a Kathmandu la pioggia torrenziale ha aggravato le precarie condizioni delle decine di migliaia di sfollati che vivono all'addiaccio nei parchi e sui marciapiedi. Moltissimi di loro non possono tornare nelle case perché sono pericolanti, e migliaia di bimbi - afferma Save the Children - sono a rischio ipotermia.

Farnesina: 10 connazionali irreperibili - Per quanto riguarda gli italiani, la Farnesina ha fatto sapere che finora sono stati rintracciati 375 connazionali, mentre dieci risultano ancora irreperibili. Al momento restano quattro le vittime confermate.

Nella capitale cominciano a scarseggiare acqua in bottiglia, cibo e benzina. Soltanto in alcune aree è stata ripristinata la corrente elettrica. La buona notizia è che i telefonini sono di nuovo funzionanti e hanno permesso quindi di comunicare con i distretti che erano isolati.

Si teme però che nei prossimi giorni a Kathmandu arrivi un esodo di profughi dalle zone terremotate. Decine di migliaia di persone hanno lasciato i villaggi con trasporti pubblici o con i propri mezzi. I giornali pubblicavano foto drammatiche di persone che prendevano d'assalto i pochi autobus per fuggire dai villaggi ormai invivibili per i cadaveri in putrefazione sotto le macerie.

Il distretto di Gorkha, da cui proviene un famoso battaglione di soldati, è stato completamente distrutto. Alcuni volontari giunti sul posto hanno riferito che il 90% delle case sono crollate. Non ci sono però delle stime complessive sul numero dei dispersi. Il governo nepalese, che più volte ha ammesso di non essere in grado di far fronte all'emergenza, sostiene che c'è ancora molta confusione. Sui muri degli ospedali di Kathmandu sono comparse delle liste di persone scomparse, ma non esiste un conteggio totale.

Grazie all'arrivo di squadre di soccorso straniere, tra cui un efficiente team di cinesi, sono riprese le ricerche in alcune parti della città. Diversi corpi, ormai in avanzato stato di decomposizione, sono stati tirati fuori dai detriti di case e templi.

Oltre alla Cina, anche l'India, Regno Unito e Usa hanno inviato generi di prima necessita', medicinali e anche elicotteri per trasportare i feriti. Tuttavia all'aeroporto è ancora emergenza per il grande numero di aerei in partenza con i turisti evacuati e quelli in arrivo con l'assistenza umanitaria.

Alla tragedia del sisma va aggiunta anche quella delle valanghe che hanno travolto circa 150 alpinisti che si trovavano tra il campo base dell'Everest e il campo 2 e oltre 120 turisti che stavano facendo un trekking in direzione di Pangoche. Per ora le vittime confermate sono 18, ma soltanto nei prossimi giorni, quando i superstiti convergeranno a Lukla (dove c'è l'aeroporto), si potrà finalmente avere un quadro chiaro di cosa è successo sul 'tetto del mondo', dove per il secondo anno consecutivo non ci saranno salite alla vetta.