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Milano, Piazza Affari chiude in forte calo: Ftse Mib -3,94%

Nuovo scivolone per i mercati europei che perdono il 4,1% e mandano in fumo altri 282 miliardi di euro di capitalizzazione

La Borsa di Milano chiude in netto calo la seconda seduta dopo il terremoto Brexit: l'Ftse Mib perde il 3,94% scivolando a 15.103 punti.

Forte calo anche per le Piazze finanziarie europee: Londra perde il 2,55% con l'indice Ftse 100 che scivola a 5.982. Francoforte lascia il 3,02% con l'indice Dax a 9.268 punti. Parigi perde il 2,97% con il Cac 40 a 3.984 punti.

In fumo 282 miliardi - Nuovo scivolone quindi dei mercati nel dopo Brexit, con l'Europa che perde il 4,1% e manda in fumo altri 282 miliardi di euro di capitalizzazione. Soffrono soprattutto le banche britanniche, ancora sui timori degli effetti dell'uscita dalla Ue. Ma il finale è da dimenticare anche per tutti gli istituti italiani, con perdite a due cifre e in una seduta di sospensioni a singhiozzo tra i gruppi principali del listino milanese.

"Tiene" solo la Borsa di Madrid - L'unica Piazza che, almeno in mattinata, ha tenuto è stata quella di Madrid, dopo la vittoria elettorale dei popolari di Mariano Rajoy. In chiusura Madrid è comunque la Piazza finanziaria meno colpita, con un calo dell'indice Ibex di 2,3 punti a 7.610 punti.

L'attesa di indicazioni dalle banche centrali - I mercati restano in attesa di indicazioni dalle banche centrali sulle possibili misure per limitare la volatilità e sostenere l'economia dell'eurozona. Mario Draghi avrebbe dovuto incontrare mercoledì il presidente della Fed, Janet Yellen, al forum Bce a Sintra in Portogallo, ma il numero uno della Banca Centrale Usa ha annullato la sua partecipazione, secondo quanto reso noto dalla stessa Fed. Draghi intanto si recherà a Bruxelles per partecipare martedì e mercoledì al summit della Ue dopo l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione.

S&P's taglia il rating della Gran Bretagna - Nella serata di lunedì è arrivata una nuova doccia fredda per Londra con Standard & Poor's che le ha strappato la tripla "A", tagliando il rating del Regno Unito di due gradini ad AA per il rischio "di un marcato peggioramento circa le condizioni di finanziamento".

Sterlina in picchiata - E proprio il declassamento del rating britannico assesta un nuovo colpo alla sterlina che, dopo il tonfo storico di venerdì, a inizio settimana riprende la sua corsa verso il basso e segna nuovi minimi da 30 anni sul biglietto verde, e un calo a fine giornata del 3,6% a 1,321 dollari. La sterlina è poi scesa del 3,3% sulla moneta europea a 1,199 euro.