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Emissioni, Ue dà l'ok ai test su strada: ma l'accordo è stato rivisto al ribasso

Dopo lo scandalo Volkswagen, timido giro di vite. La proposta della Commissione è stata infatti modificata a favore di una maggiore tolleranza per chi non rispetta le regole. Norme più severe solo dal 2019

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Dopo lo scandalo dieselgate, è stato siglato l'accordo sui nuovi test su strada per le emissioni auto, ma al ribasso rispetto alla proposta della Commissione Ue.

Il testo prevede una soglia più alta di tolleranza per quanto riguarda la non conformità delle emissioni e un parziale slittamento dei tempi. A favore tutti i 28 Stati membri tranne l'Olanda, con Praga astenuta. Il nuovo corso delle prove su strada è rimandato al 2019.

L'intesa raggiunta dagli Stati membri in seno al comitato tecnico per gli autoveicoli prevede l'entrata in vigore di una soglia di tolleranza di non-conformità rispetto agli 80 milligrammi per chilometro di emissioni degli ossidi di azoto del 110% (fattore 2,1) contro il 60% chiesto dalla Commissione (fattore 1,6) a partire dal primo settembre 2017, con obbligatorietà per i nuovi prototipi, mentre solo dal 2019 (contro il 2018 chiesto da Bruxelles) entra in vigore per tutte le omologazioni del parco macchine.

La soglia di tolleranza scende invece a 1,5 dal 2020 per i nuovi prototipi e dal 2021 per le omologazioni. Queste nuove norme servono per regolare le discrepanze tra i test in laboratorio e quelli su strada che partiranno da inizio 2017. Attualmente queste discrepanze hanno una soglia di non conformità che può arrivare sino al 400-500% rispetto agli 80 milligrammi previsti.