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Dieselgate VW, è lʼora dei conti: i grandi azionisti chiedono 40 miliardi

Intentata una nuova causa contro la Volkswagen, dopo lʼipotesi di una class action mondiale dei consumatori e le multe di Usa e Ue

audi volkswagen
-afp

Nuova tegola sulla Volkswagen. Dopo la bufera delle emissioni "truccate" infatti si fanno largo le ipotesi di class action miliardarie. Questa volta però a intentare causa al gruppo tedesco sono i grandi azionisti che chiedono 40 miliardi di euro. Lo riporta il Sunday Telegraph citando Quinn Emanuel, il legale famoso per le sue vittorie in importanti class action, chiamato a seguire il caso.

A mettere in crisi la Volkswagen, non soltanto quindi i consumatori e le multe di Usa e Ue, ma anche gli investitori. Il nuovo a.d. Matthias Mueller aveva affermato che l'uscita dalla "crisi non sarà indolore". La casa automobilistica prevede di tagliare 6mila contratti a termine.

Quinn Emanuel, che ha vinto cause per quasi 50 miliardi di euro per clienti e rappresentanti di importanti gruppi, come Google, Sony e Fifa, è stato contattato - riporta il giornale britannico - dal gruppo Bentham (fondo specializzato nel finanziamento delle grandi cause legali) per preparare un'azione legale a favore degli azionisti di Volkswagen che hanno visto sfumare miliardi di euro in Borsa a seguito dello scandalo.

Quinn Emanuel e Bentham - prosegue - stanno contattando i maggiori investitori di VW, compresi i fondi sovrani del Qatar e della Norvegia, per chiedere loro di unirsi all'azione legale. "Stimiamo perdite degli azionisti fino a 40 miliardi di euro", ha spiegato Richard Oriente, co-managing partner di Quinn Emanuel a Londra.

L'azione legale dovrebbe partire in Germania in base al Securities Trading Act, ha lasciato intendere Quinn Emanuel che spera di presentare la prima tranche di azioni legali entro febbraio. Lo studio legale sosterrà - secondo quanto riporta il Sunday Telegraph - che l'atteggiamo di Volkswagen nella vicenda dei motori diesel, costituisce una grave responsabilità nella gestione da parte del management.

I danni potrebbero essere calcolati a partire dal 2009 - quando VW ha iniziato il montaggio dei dispositivi per i suoi motori - sostenendo che se gli investitori avessero saputo della vicenda non avrebbero tenuto o scambiato azioni VW.