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Ue: in Italia cresce la disoccupazione ma migliorano le stime sul deficit

Secondo le ultime previsioni di Bruxelles i senza lavoro questʼanno saliranno al 12,6%, mentre va meglio la situazione deficit grazie al calo dello spread: 2,6% nel 2014, 2,2% nel 2015

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Peggiorano le stime Ue della disoccupazione in Italia che quest'anno sale a 12,6% e nel 2015 a 12,4% grazie "all'economia che si rafforza". A novembre Bruxelles prevedeva rispettivamente 12,4% e 12,1%. "I consumi privati crescono solo marginalmente", scrive la Commissione Ue. Migliorano invece le stime Ue sul deficit per l'Italia: 2,6% quest'anno e 2,2% nel 2015, con il 2013 che chiude a 3%, grazie al calo dello spread.

Crescita: in corso una lenta ripresa - Le previsioni che arrivano da Bruxelles per il nostro Paese sono dunque dense di luci e ombre, con "una lenta ripresa" stimata in Italia nel 2014 grazie alla domanda esterne all'attività industriale, ma comunque più debole del previsto. La commissione Ue rivede infatti al ribasso la stima del Pil di novembre, aggiornandola da +0,7% a +0,6%. Più bassa anche la stima sul 2013, che a novembre era pari al -1,8% e viene corretta a -1,9%, mentre per il 2015 la previsione reta pari a +1,2%.

Più ottimismo per l'Eurozona - Se l'Unione europea corregge al ribasso le nostre stime, le alza invece per l'Eurozona, dove la crescita nel 2014 tornerà positiva per rafforzarsi nel 2015, come indicano le previsioni d'inverno. A fronte di un calo del Pil nel 2013 (-0,4%), nel 2014 il Prodotto interno lordo segnerà infatti un +1,2%, mentre nel 2015 si salirà all'1,8%, con una revisione del +0,1% rispetto alle previsioni d'autunno. Quanto ai dati dell'Unione a 28, si prevede una crescita dell'1,5% quest'anno e del 2% il prossimo.

Disoccupazione sempre più alta, meglio il deficit e picco debito - Se la crescita nel nostro Paese si mantiene inferiore alla media, peggiora anche la situazione lavoro, mentre va meglio il deficit. Non ci sono dati incoraggianti invece per il debito, che nel 2014 raggiungerà il picco. "Dopo aver incorporato 1,6% di pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione e 0,5% di privatizzazioni, il debito raggiunge il picco nel 2014 vicino al 133,7% e poi scende leggermente nel 2015 (132,4%) grazie a un avanzo primario più ampio e alla crescita del Pil", scrive infatti la Commissione.

Banche, "si proceda con il risanamento" Secondo gli esperti Ue "le banche italiane dovrebbero continuare a mettere in ordine i loro bilanci, il che dovrebbe spianare la strada a condizioni del credito più favorevoli per famiglie e aziende. Questo sosterrebbe la domanda interna e la crescita nel 2015".

Ue: inflazione 2014 sempre bassa - Le previsioni dicono che nell'Eurozona l'inflazione sarà "sommessa" nel 2014. Viene infatti indicata all'1% nelle previsioni di inverno, mentre nel 2013 la crescita dei prezzi viene data a +1,4%. Per il 2015 si prevede il ritorno all'1,3%, mentre nella Ue a 28, a fronte di un'inflazione all'1,5% nel 2013 il rialzo dei prezzi sarà pari all'1,2% quest'anno, tornando all'1,5% il prossimo.

Crescita Ue a rischio senza riforme - Gli esperti di Bruxelles fanno poi notare che nella Ue c'è "un rischio di bassa crescita prolungata". Il "principale" fattore per la crescita a medio termine "sarebbe lo stallo o la parziale messa in atto" delle riforme, che verrebbe "esacerbato" da una inflazione che resti bassa o da una riduzione più lenta della frammentazione finanziaria. Anche la disoccupazione rimarrà alta sia nell'Eurozona sia nell'Unione a 28, con le previsioni che indicano sulo una "mdosta" riduzione: dal 12,1% del 2013 al 12% del 2014. Un calo più marcato si vedrà nel 2015 (11,7%) per i Paesi della moneta unica. Dal 10,9% del 2013 si passerà al 10,7% del 2014 e al 10,4% del 2015 per la Ue nel suo complesso.

Rehn: "L'Italia faccia più sforzi per abbattere il debito" - "Non ho nessuna nuova notizia da dare all'Italia" sul fronte del risanamento. Vale "quanto detto in passato, sottolinea il commissario agli Affari economici, Olli Rehn. L'Italia cioè, aggiunge, "deve abbattere l'elevato debito con un aggiustamento maggiore. Sono fiducioso che il nuovo governo rispetterà gli impegni presi".

E, passando alle stime sugli altri Paesi d'Europa, dice che la ripresa continuerà a "rafforzarsi in tutti i Paesi e diventerà sempre più consistente e diffusa, ma resterà modesta per molti Paesi".