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Intelligenza artificiale, Rekimoto (Sony) a Tgcom24: "Niente paura"

"Lʼintelligenza artificiale è la tecnologia che si comporta come lʼintelligenza umana. Può risolvere molti problemi difficili ed è in grado di imparare nuove cose e adattarsi di conseguenza". La definizione è delle più semplici e comprensibili e arriva da uno dei massimi esperti mondiali di AI, Junichi Rekimoto,"dellʼUniversità di Tokyo, direttore dei laboratori scientifici della Sony a Kyoto, uno degli scienziati più innovativi in materia di tecnologia digitale.

 
Rekimoto, ospite della Camera di Commercio di Roma che ogni anno organizza l'evento europeo di avvicinamento a Maker Faire Rome, iniziativa dedicata all'innovazione tecnologica che si svolgerà dal 20 al 22 ottobre nella Capitale, parla di un mondo in trasformazione di cui non bisogna aver paura, anzi. "L'intelligenza artificiale è positiva per il supporto e il sostegno dell'uomo, ci consente di portare avanti molti cambiamenti, - spiega. - Al tempo stesso, se si fa troppo affidamento all'intelligenza artificiale, si rischia di smettere di pensare, di cercare nuovi spunti e di avanzare, oppure si delega troppo all'intelligenza artificiale. Questo è il pericolo maggiore, quello di perdere il senso di ciò che siamo e che dobbiamo fare". 
 
 
E' un monito, quello di Rekimoto, che sottolinea però che l'intelligenza artificiale è stata creata dall'uomo e per questo va usata per aumentare e migliorare le nostre abilità, per preservare e tramandare culture, tradizioni e conoscenze, oppure per superare barriere che potrebbero sembrare insormontabili. "Ci sono molte persone con disabilità o problemi linguistici e sociali. Ad esempio, ora sto parlando in inglese, ma non è la mia lingua e ho difficoltà a esprimermi, - sottolinea. - Ma con il computer e l'intelligenza artificiale, possiamo tradurre qualsiasi lingua ed eliminare così un ostacolo".
 
Si perderanno così alcune professioni, ma arriveranno anche nuove occupazioni, come d'altronde già accaduto, a partire dalla rivoluzione industriale. "Similarmente, nel prossimo futuro, molti lavori attuali spariranno e verranno sostituiti dall'intelligenza artificiale - continua. - E' inevitabile, e lo ha dimostrato anche la storia, quando in passato la tecnologia ha sostituito le mansioni umane. Ma si inventeranno nuovi spazi, si creeranno nuovi impieghi grazie all'intelligenza artificiale; molti saranno basati sulla creatività in tanti settori diversi, su una sorte di nuova arte che sarà fortemente appoggiata dall'intelligenza artificiale".
 
Indubbi i progressi e il sostegno delle nuove tecnologie nel campo medico. Rekimoto sta portando avanti uno studio per ricostruire la voce umana e superare le barriere linguistiche attraverso il labiale. "Il computer è in grado di capire il movimento delle labbra e riesce a trasmettere l'intenzione della parola, traducendo tutto su uno schermo. E' un esempio concreto dell'interazione tra la capacità dell'uomo e l'intelligenza artificiale".
 
Emozioni, compassione e valori etici però sono impossibili da eguagliare. "L'intelligenza artificiale non ha un corpo reale, - sottolinea, - può solo simulare tipici sentimenti umani, ma non sono vere e proprie emozioni, che sono basate sulla nostra esistenza: noi abbiamo bisogno di emozioni per sopravvivere. Ma l'intelligenza artificiale ha un concetto molto diverso di sopravvivenza, perché deve imitare il comportamento umano. Ad esempio, l'intelligenza artificiale può decidere a che punto durante una conversazione bisognerebbe ridere, ma di fatto non ride, perché è incapace di provare quell'emozione. Come il cibo: un robot può preparare un pasto, ma non sente il sapore, il gusto". 
 
La strada dello sviluppo da qui a dieci anni è praticamente impossibile da prevedere, troppo rapida l'evoluzione attuale. Ma alle nuove generazioni, che vivranno e lavoreranno in un mondo dove l'intelligenza artificiale sarà predominante, Rekimoto dice: "Continuate a toccare e a guardare le cose vere della vita, non solo quelle generate dall'intelligenza artificiale".
 
Mentre per chi è nato in altre epoche, e trova maggiori difficoltà a capire l'innovazione, Rekimoto sorride: "L'intelligenza artificiale è un buon amico e un ottimo strumento per l'uomo, non bisogna averne timore, ma trovare il modo di utilizzarla".        
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