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La splendida Ravello e i suoi illustri innamorati

Sulla costiera amalfitana un paesino incantevole, in cui si organizza uno dei festival più importanti d'Italia

Mitezza del clima, bellezze naturalistiche e una quiete d'altri tempi si combinano a eventi di alto livello culturale: Ravello, preziosa perla della costiera amalfitana in Campania offre mille occasioni di svago, racchiuse in un piccolo borgo: un'occasione per godere il programma settembrino degli spettacoli del Ravello Festival, il più antico d'Italia dopo il Maggio Musicale Fiorentino.

“E' la più dilettevole parte d'Italia, una costa piena di piccole città, di giardini e di fontane, tra le quali città dette n'è una chiamata Ravello”. Impressionò persino il Boccaccio, che scrisse nel suo “Decamerone” della bellezza di questo paese sospeso tra mare e cielo all'ombra di pini e cipressi, in mezzo a terrazze di agrumi, viti e ulivi, maestoso per la sua posizione su uno sperone roccioso che domina la Costiera, elegante, colto, meta di un turismo di classe da ormai duecento anni. Basta scorrere i nomi di coloro che l'hanno visitato: Richard Wagner, che giunse nella primavera del 1880 a Ravello.

Ospiti d'eccezione - Ma poi Ravello ospitò Edvard Grieg, John Ruskin, Joan Mirò, André Gide, Virginia Woolf, Paul Valery, Graham Greene, Tennessee Williams, Rafael Alberti, Gore Vidal, Greta Garbo, Humphrey Bogart, Paul Newman, Peter O'Toole, Robert De Niro, John Fitzgerald Kennedy. Rimasero incantati dal paesaggio e da luoghi come Villa Rufolo, un insieme di edifici del 1200-1300, in seguito rimaneggiati, che richiamano al mondo arabo. Qui, in estate, viene allestito il palco a picco sul mare del Festival di Ravello. Dalla cappella della villa si raggiunge prima la chiesa di San Francesco (il convento fu fondato, pare, dal santo di Assisi), poi, con una gradevole passeggiata lungo le pittoresche stradine in salita, ecco Villa Cimbrone, costruzione del primo Novecento che mescola stili ed epoche, elementi etnici e culturali, frammenti antichi e ricordi di viaggi esotici. Al suo ingresso, il chiostro con al centro una vera da pozzo quadrata: l'ambiente è costruito a somiglianza della chiesa di San Francesco. Il lussureggiante giardino della villa culmina nello scenografico belvedere dell'Infinito, da cui si coglie il panorama che Gore Vidal (che cita più volte la cittadina nei suoi romanzi) definì “il più bello del mondo”.

Prelibatezze della costiera amalfitana - Insieme a tante prelibatezze della costiera (limoni su tutto), ottimi sono i piatti a base di pesce, ma sono tipici di Ravello anche i tagliolini al limone e la milza imbottita di prezzemolo, menta e peperoncino e cotta in olio e aceto. Tra i dolci, la pizza roce, scrigno di pastafrolla con crema pasticcera e frutta di stagione, e l'immancabile torta al limone.

Paesaggi mozzafiato - A circa mezz'ora di auto a ovest di Ravello, c'è lo spettacolare fiordo di Furore, che prende il nome dal fragore delle onde. Il borgo, legato - come del resto tutti i paesi della Costiera amalfitana - alle vicende della Repubblica Marinara di Amalfi, fu, per la sua particolare conformazione fisico-geografica, una roccaforte inattaccabile anche al tempo delle incursioni saracene. Il fiordo da sempre rappresentò un porto naturale dove svolgere fiorenti traffici e sviluppare attività industriali (cartiere e mulini).

Per maggiori informazioni: www.comune.ravello.sa.it