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Simone Ranucci Brandimarte: "Con la pandemia la richiesta di polizze sanitarie è aumentata notevolmente"

A TgcomLab parla il co-fondatore e presidente del primo gruppo italiano di servizi e dʼintermediazione assicurativa digitale

Nato dalla collaborazione tra Simone Ranucci Brandimarte, attivo come imprenditore dal 1999 e tra i cofondatore di differenti aziende a forte connotazione tecnologica, e Gianluca De Cobelli, il cui background è invece radicato nei servizi finanziari, Yolo Group è il primo gruppo italiano di servizi e d'intermediazione assicurativa digitale. A TgcomLab Ranucci Brandimarte, co-fondatore e presidente di Yolo, ha parlato dell’azienda, di management e di come la pandemia ha cambiato il settore.

Cos’è Yolo Group e quando è nato?

Yolo Group è nato nel 2017 ed è il leader italiano in ambito di insurtech, ovvero quella categoria di mercato che lega le assicurazioni alle tecnologie digitali. Lavoriamo con le compagnie assicurative, con le quali creiamo polizze digitali che poi distribuiamo tramite banche, operatori della comunicazione, player Internet, ecc.

 

Qual è l'elemento di forza della sua azienda?

La tecnologia applicata alla conoscenza del consumatore. Siamo un player marTech, uniamo marketing e tecnologia; quindi aiutiamo compagnie, banche e player a creare soluzioni tecnologiche molto efficaci con una customer experience in linea con le esigenze del nuovo consumatore digitale. 

 

Quale consiglio dà a chi vuole intraprendere una carriera nel settore in cui opera?

L’industria assicurativa è tra i settori più esplosivi perché è nel bel mezzo di una rivoluzione digitale. Quello che è già accaduto nel mondo del commercio, nell’editoria, nel travel sta succedendo ora nell’assicurazione: il consumatore preferisce acquistare tramite canali digitali. Consiglio, dunque, a chi vuole crearsi delle opportunità in ambito di insurtech di farlo ora.

 

Come la pandemia ha cambiato il settore? 

La pandemia ha cambiato gli stili di vita, è aumentata l’esigenza di sicurezza da parte dei consumatori e questo ha avuto un forte impatto sul mondo assicurativo. È, infatti, cresciuta in modo significativo la richiesta di polizze sanitarie e di quelle legate al cybercrime e alla cybersecurity. La pandemia ha anche limitato gli incontri di persona e, di conseguenza, massimizzato le opportunità di vendita di polizze tramite canali digitali.

 

Quali sfide vi aspettano?

Dobbiamo crescere in 3 direzioni: aumentare i partner distributivi e i volumi di business; internazionalizzarci (siamo già attivi in Spagna, nel Regno Unito e stiamo lavorando per svilupparci nell’Europa centro-orientale); continuare a investire fortemente in tecnologia e offerta. 

 

Qual è la competenza più importante chiesta a un manager oggi?

La capacità di adattamento, che si può ottenere solo tramite sensibilità, ascolto, studio. Non bisogna mai basarsi sullo status quo.

 

Come si tiene aggiornato?

Dedico almeno due ore al giorno a studiare. Mi informo prevalentemente online - da siti italiani e stranieri - e tramite i giornali, soprattutto quelli finanziari. Inoltre, spendo molto tempo a parlare con persone che ritengo capaci e competenti.

 

Come trascorre il suo tempo libero? 

Facendo sport, leggendo libri e dedicando tempo alla famiglia.

 

Assicurazioni e tecnologia: a che punto siamo?

Rispetto alle medie dei Paesi evoluti europei, siamo indietro sia in termini di investimenti sia di start up. Ad esempio, nel 2019 sono stati investiti in Italia 10,5 milioni di euro in insurtech start up mentre la media di Francia, Germania e Regno Unito è di 100 milioni.

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