L'ex attaccante di Fiorentina e Roma ospite della nostra rubrica "Siamo tutti ct"
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"Siamo tutti ct", la rubrica di Valter De Maggio in onda su Radio Kiss Kiss, sbarca su Tgcom24. Oggi il nostro commissario tecnico è Ciccio Graziani
Il Mondiale si apre con Brasile-Croazia. E' proprio il Brasile la tua favorita per la vittoria?
No, assolutamente no, per me la favorita è l'Argentina per due motivi: perché ha Messi che dicono in gran forma, si è preparato in questa stagione esclusivamente per questo obiettivo, e perché ha un contorno di giocatori che tecnicamente sono fantastici. A mio modesto parere, penso che l'Argentina in questo momento sia la più forte di tutte.
Tu nel 1982 ce l'hai fatta, ma come si vince un Mondiale?
Con tanta qualità tecnica, con tanto entusiasmo, tanto spirito di sacrificio, tanta unione, coesione a livello di squadra e un pizzico di culo...
Sabato ci sarà l'esordio dell'Italia, tu chi faresti giocare: Balotelli o Immobile?
Io li farei giocare tutti e due insieme, perché non posso pensare che una squadra di club, come il Torino o il Milan con Balotelli e Immobile nell'organico non ci sarebbe un allenatore al mondo che non li avrebbe fatti giocare insieme. Solo Prandelli in questo momento dice che farli giocare insieme è una forzatura. Allora io e Pulici non avremmo potuto giocare insieme.
A proposito di te e Pulici, secondo te Immobile e Insigne potrebbero diventare i gemelli del gol del Mondiale?
Magari fosse così, anche se Immobile riprende me in certi movimenti in campo, Insigne non assomiglia per niente a Paolo Pulici in caratteristiche tecniche.
Che ruolo possiamo recitare in questi Mondiali?
L'impatto per noi è difficilissimo, perché una tra Italia e Inghilterra tornerà a casa. Ho l'impressione che nel girone la più forte sia l'Uruguay, poi il calcio potrebbe anche smentirci. Non bisogna perdere questa partita. Chi perde questa partita torna a casa. Io sono molto fiducioso in questa Nazionale e se abbiamo un po' di fortuna e siamo un buon gruppo, possiamo arrivare tra le prime sei.
Nel 1982 non partiste benissimo, poi ci fu la vittoria favolosa con l'Argentina, l'esplosione di Pablito con il Brasile. E' stato in quel momento che avete avuto la percezione di poter vincere il Mondiale?
Sì, direi con l'Argentina, quando abbiamo superato il turno con un pizzico di difficoltà, soprattutto non tanto a livello di gioco ma a livello psicologico, eravamo troppo stressati e preoccupati. Giocavamo più una partita fuori campo che in campo. Direi che dopo la vittoria del 2-1 con l'Argentina è nata in noi la convinzione che potesse succedere di tutto, anche diventare davvero protagonisti in quella fase. E poi giocando con l'Argentina o il Brasile si ha tutto da guadagnare e niente da perdere, perché quando si gioca con due squadre così se si va a casa c'è anche una logica e questa è stata la nostra forza. A quel punto abbiamo cominciato a crederci e il coraggio e le qualità tecniche, con l'entusiasmo che la squadra ha acquisito in quel momento, hanno fatto la differenza. E siamo diventati Campioni del Mondo.