Con la Lazio argentino convincente
L'arrivo di Cesar Aparecido ha già avuto i primi effetti positivi in casa Inter. Pur essendo ancora infortunato, il brasiliano ha scosso il fin qui abulico Santiago Solari che, dopo sei mesi di Inter, contro la Lazio ha lasciato traccia finalmente con una prova convincente. Schierato da Mancini a destra, a parte un gol sbagliato, l'ex Real ha disputato una buona gara, con qualche bel numero e tanto impegno.
Ma dove è finito il campione del Real Madrid, il miglior dodicesimo uomo della Liga spagnola? Fino a ieri tra i tifosi nerazzurri serpeggiava questa inquietante domanda sul conto di Santiago Solari, l'oggetto misterioso della formazione di Mancini. Dopo anni di corteggiamento, finalmente l'argentino era sbarcato a Milano in estate a parametro zero. In casa Inter era viva la speranza di centrare un altro colpo Cambiasso, cioè acquistare un giocatore dall'alto rendimento a basso costo. Ma nei primi sei mesi di esperienza italiana del Solari merengue nemmeno l'ombra: poco utilizzato (e superato anche da Kily Gonzalez come vice Stankovic) e nelle occasioni in cui era stato chiamato in causa prestazioni sottotono ed errori clamorosi, come quelli contro i Rangers Glasgow (gol divorato a porta vuota) o con il Parma in Coppa Italia.
Poi l'arrivo di Cesar, un altro esterno sinistro, per una bocciatura che sembrava inappellabile. Ma i grandi giocatori si vedono soprattutto nei momenti difficili e l'ex Real si è risollevato forse proprio nel momento più complicato. Rifiutate le proposte di Espanyol e Betis, il giocatore ha risposto presente alla chiamata di Mancini e contro la Lazio è stato uno dei più positivi. Schierato dal tecnico in fascia destra, Solari si è impegnato ed è stato autore di alcune pregevoli giocate: per conferma chiedere a Zauri, ubriacato nel finale dai numeri del laterale.
A questo punto in casa Inter si aggiunge un'altra freccia all'arco nel tentativo di infilzare la Juventus capolista. Un giocatore ritrovato, che dà nuove soluzioni a Mancini, visto che può giocare indifferentemente sulle due fasce, facendo così respirare Figo o Stankovic. Con Cesar out ancora due settimane, c'è tempo per convincere sempre più Mancini e ribaltare gerarchie che sembrano consolidate.