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Doping: la Juve al contrattacco

"Eʼ un processo fuori dalle regole"

La Juventus non ci sta.

Il giorno dopo l'ipotesi lanciata dall'ematologo Giuseppe D'Onofrio, che nella sua deposizione aveva adombrato l'uso di Epo da parte di alcuni giocatori bianconeri, il club reagisce attraverso uno dei suoi legali, l'avvocato Chiappero. "E' un processo al di fuori delle regole della legislazione italiana - ha detto - I nomi di questi farmaci non sono inseriti nei prodotti proibiti della legge del 2000 sul doping".

La Juventus non intende stare a guardare dunque. Le accuse piovutegli addossohanno lasciato il segno e i legali bianconeri sono passati al contrattacco mettendo in dubbio la regolarità dello stesso processo. E' l'avvocato Luigi Chiappero a parlare, il giorno dopo la deposizione dell'ematologo Giuseppe D'Onofrio, che ha evocato lo spettro dell'uso dell'Epo. Chiappero - insieme ai suoi consulenti e al capo dello staff medico bianconero Riccardo Agricola, imputato di frode sportiva con l'ad Antonio Giraudo - ha replicato replicato all'accusa di uso illecito di Neoton ed Esafosfina, prodotti che, secondo il farmacologo Eugenio Muller, perito del giudice Giuseppe Casalbore, venivano dati ai giocatori subito prima e subito dopo la partita senza necessità terapeutiche, ma per "liberare energia utilizzabile per la prestazione motoria". "Questi farmaci non sono vietati - dice il legale juventino - I loro nomi non sono inseriti nei prodotti proibiti della legge del 2000 sul doping. E allora la discussione non ha senso: stiamo dissertando su farmaci vecchi o sottoposti a revisione dal Ministero della Salute. Tanto più che negli anni Novanta venivano usati da quasi tutte le squadre italiane. Che razza di frode è, se sono stati proprio i nostri giocatori a dichiarare di averli presi in sede di controlli antidoping?".

Giovedì, alla prossima udienza, il perito Muller parlerà degli altri medicinali contestati: il Liposom forte, il Bentelan, il Voltaren, il Samyr, la creatina. La tesi della Procura è che alla Juventus venisse praticata una sorta doping mascherato attraverso la somministrazione - senza finalità terapeutiche - di farmaci con principi attivi che avevano l'effetto di incrementare le prestazioni. Vi e' poi il discorso della scarsa tutela della salute dei giocatori. Lunedì, D'Onofrio ha preso spunto dall'esame dei valori sanguigni, e in particolare dall' emoglobina, per parlare di due casi "certi" di possibile "stimolazione dell' eritropoiesi" (vale a dire, uso di Epo). Vi sono poi casi sospetti, chiamati "cronici", ricavati dall'andamento medio dei valori di emoglobina di altri atleti. "Ma i due casi 'certi' - ribatte Chiappero - si riferiscono a giocatori fermi per malattia o infortunio. Quanto agli altri, i valori sono sempre stati entro i limiti. La stessa perizia non esprime certezze su questo punto".