AL TEATRO ARCIMBOLDI

A Milano "The Witches Seed", Irene Grandi nell'opera rock di Stewart Copeland

Il 31 maggio va in scena lo spettacolo firmato dal polistrumentista e compositore inglese, in cui musica classica e rock si fondono per una storia ambientata nel passato ma che guarda all'attualità

28 Mag 2024 - 13:13
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Va in scena il 31 maggio al teatro Arcimboldi di Milano "The Witches Seed", spettacolare e immersiva opera rock firmata da Stewart Copeland (musicista compositore e già mitico batterista dei Police), con i brani di Chrissie Hynde dei Pretenders che si aggiungono alle composizioni di Copeland, e Irene Grandi nel ruolo di protagonista. Una storia di streghe, persecuzioni, illusioni e piani diabolici ambientata nel passato per raccontare anche il nostro presente.

Fotogallery - In scena a Milano "The Witches Seed"

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"The Witches Seed" è prodotto dalla Fondazione Tones on the Stones che ha commissionato l’opera per l’inaugurazione, a luglio 2022, di Tones Teatro Natura, uno spazio/ecosistema dedicato alla ricerca artistica, all’innovazione, alla conoscenza e al benessere individuale e collettivo situato in un territorio montano di rara bellezza, la Valle Ossola, tra boschi, vigneti terrazzati e antichi borghi in pietra. Adesso quello spettacolo è stato ripensato per potere adattarsi all'ambito teatrale. "Dopo il debutto nel 2022 abbiamo pensato a come trasformare l'opera per poterla portare nei teatri - spiega Maddalena Calderoni, direttrice artistica cui si deve l'idea originaria dello spettacolo nonché soprano impegnata in scena -. All'Arcimboldi debutta un nuovo allestimento che vede la regia di Jonathan Moore".

Ispirato a documenti storici, agli atti processuali degli anni della più cruenta Inquisizione e alle più affascinanti leggende delle culture montane del centro Europa, "The Witches Seed" è una storia di streghe, persecuzioni, illusioni e piani diabolici: tre donne, abituate a lavorar sodo, vengono accusate di essere streghe e dovranno affrontare i pregiudizi di una città infestata dalla peste, riuscendo a evitare il peggio in un modo davvero spettacolare.

"E' la settima opera che compongo e a cinque di esse ha collaborato Jonathan Moore, scrivendo il libretto o dirigendole - spiega Stewart Copeland -. Qualcuno ha definito 'The Witches Seed' ma non bisogna pensare a Mozart o qualcosa di simile. Ci sono tutti gli elementi della musica classica, ma è qualcosa in cui si inserisce l'elemento rock. Per una persona come me è un’esperienza estremamente arricchente. La vicenda ha una base storica - continua -, quella di donne che vivevano in una zona delle Alpi e che nel momento in cui avevano potere, soldi o terre che interessavano agli uomini, venivano accusate di essere delle streghe. Sui libri di questo c'è poco o nulla, così con Moore abbiamo pensato di fondere una parte di fiction, con le donne protagoniste, alla realtà storica. Musicalmente è un'opera lirica con il tocco rock dato dalla presenza di Irene". 

Irene Grandi, appunto. Protagonista dell'opera rock ed elemento di rottura anche musicale, con il suo approccio e la vocalità rock in un ambito prettamente lirico ("E la prima volta che affronto una sfida di questo genere, facendo parte di uno spettacolo corale, è un'esperienza stimolante"). Il racconto, ambientato in un periodo storico di crisi economica, sociale e politico-spirituale dovuta alla pestilenza e al diffondersi di nuove fedi ed eresie delle accuse, affronta il tema della sopraffazione e della tortura di tre donne da parte della Chiesa più oscurantista parlando metaforicamente all'oggi. "Le donne che vogliono una loro affermazione, in tutti i campi - dice la Grandi - spesso vengono sopraffatte proprio dai loro uomini che non accettano questa cosa". 

In questo allestimento teatrale hanno una grande importanza le video scenografie immersive firmate dalla concept&visual artist di fama internazionale Edvige Faini, che da anni collabora con i più prestigiosi studi di produzione hollywoodiani (ha lavorato su film come "Il pianeta delle scimmie", "Pirati dei Caraibi", "300" e "Sin City". La realizzazione delle scenografie di palco è affidata a Lia Fabbrini, mentre i preziosi costumi sono firmati da Sartoria Klemann. Le luci sono firmate da Mattia Carli. 

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