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"Slumber - Il demone del sonno", l'orrore arriva dalla realtà

Arriva nei cinema italiani lʼhorror ispirato a fatti realmente accaduti legati al fenomeno della paralisi del sonno. Tgcom24 vi offre una clip in esclusiva

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Paralisi del sonno o anche paralisi ipnagogica.

E' un disturbo del sonno che provoca l'impossibilità di muoversi per alcuni minuti prima di addormentarsi o al risveglio. Da questo fenomeno parte la storia di "Slumber - Il demone del sonno", il film horror diretto da Jonathan Hopkins che arriva nei cinema italiani l'1 febbraio. Tgcom24 vi offre una clip in esclusiva.

Protagonista della storia è Alice (interpretata da Maggie Q), una specialista dei disturbi del sonno, donna estremamente razionale, perseguitata, però, dal trauma di aver assistito alla misteriosa morte notturna del fratello minore. Un giorno, presso il suo studio arriva un'intera famiglia i cui membri sono tutti afflitti da strani disturbi durante la notte.

Alice diagnostica a uno dei bambini la “paralisi del sonno”, un fenomeno reale e molto comune in tutto il mondo che porta chi ne soffre a vivere, da svegli, i propri incubi. Durante il sonno ci si ritrova all'improvviso svegli e coscienti, ma come paralizzati e con la sensazione di una minacciosa presenza estranea che incombe o che, addirittura, cerca di fare del male. Nel tentativo di aiutare questa famiglia, Alice si trova costretta ad abbandonare il ragionamento scientifico e ad accettare che dietro agli incubi dei suoi pazienti ci sia qualcosa di non spiegabile razionalmente. Per sconfiggere questa misteriosa entità, la donna dovrà affrontare anche i propri demoni...

Quello della paralisi del sonno è un fenomeno estremamente diffuso. Secondo uno studio, fino al 40% delle persone lo sperimenta almeno una volta nella vita, anche se la maggior parte la definisce “un brutto sogno”. Per una minoranza di soggetti si ripete invece più spesso e spesso le vittime, specialmente se non sanno di che cosa si tratta, riferiscono di una grande angoscia che condiziona persino la loro vita. Pare che vadano incontro più facilmente a questo fenomeno le persone che soffrono di attacchi di panico e persone molto ansiose o depresse. Da questo punto di vista, gli studenti sarebbero la categoria più esposta.