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"La Principessa e l'Aquila", Lodovica Comello dà la voce alla prima addestratrice di aquile mongola

Nelle sale italiane dal 31 agosto, la storia vera della 13enne Aisholpan. Guarda la clip esclusiva

Sulle montagne della Mongolia, l'addestramento dell'aquila è una tradizione millenaria esclusivamente maschile che si tramanda di padre in figlio.

Ma Aisholpan non ci sta: ha solo tredici anni, eppure ha già deciso di diventare la prima addestratrice femmina di aquile del Paese. Questa la coinvolgente storia raccontata in "La Principessa e l'Aquila" (The Eagle Huntress), un film di Otto Bell, che arriva nelle sale italiane il 31 agosto con la voce narrante di Lodovica Comello.

Sotto la guida esperta di suo padre, la ragazza supererà ogni ostacolo che le si porrà di fronte, imparerà ad accudire la sua aquila e a farla volare, fino a dimostrare tutto il suo talento partecipando al Festival annuale che mette in competizione i più grandi addestratori della Mongolia. Di grande potenza visiva e ricco di sequenze di forte impatto, girato con tecniche innovative che portano lo spettatore a contatto con la magica natura delle montagne e dei cieli della Mongolia, "La principessa e l'aquila" racconta un'incredibile storia vera (ad interpretare la protagonista c'è infatti la stessa Aisholpan Nurgaiv, da cui il regista ha preso spunto per il suo docu-film) un'emozionante avventura per tutta la famiglia sull'amicizia, il coraggio, la ribellione e il coraggio che ci vuole per spiccare il volo.

La storia è ambientata nel suggestivo paesaggio dei monti Altai, situati nel Nord della Mongolia: la località più remota all'interno dello stato meno popolato del pianeta Terra. Questo piccolo mondo misterioso ricco di tradizioni millenarie, rischia però di soccombere all'arretratezza e all'ignoranza a causa dello stato di isolamento in cui si trova da sempre. Per un lunghissimo tempo le donne sono state considerate dai capifamiglia kazaki troppo deboli e fragili per potersi dedicare alla caccia con l'aquila. Ma Aisholpan è determinata a dimostrare che si sbagliano e a cambiare la storia. "L'obiettivo", ha detto il regista, "era di offrire agli spettatori una finestra sulla vita quotidiana di una tredicenne nel Nord Ovest della Mongolia, volevamo mostrare questa incredibile giovane donna e la sua determinazione".