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Calibro 35, arriva S.P.A.C.E.: "Esploriamo lo spazio con un tocco retrò"

Il 6 novembre esce il nuovo disco del gruppo. E a Tgcom24 Massimo Martellotta svela: "Per registrarlo ci siamo catapultati negli Anni Sessanta"...

calibro35, s.p.a.c.e.
ufficio-stampa

Dopo ben quattro dischi dedicati al mondo dei poliziotteschi e della mala, i Calibro 35 vanno in orbita con S.P.A.C.E. Massimo Martellotta, polistrumentista e co-fondatore del gruppo, ha raccontato a Tgcom24 com'è nata l'idea: "Avevamo necessità di cambiare musicalmente e ci siamo rifatti al periodo delle esplorazioni spaziali degli Anni Sessanta. E' un genere poco visitato dalla musica, ma che ha dato vita ad un vasto immaginario".

Calibro 35, arriva S.P.A.C.E.: "Esploriamo lo spazio con un tocco retrò"

Insieme dal 2008, i Calibro 35 nascono dall'unione di quattro musicisti di razza della scena italiana: Enrico Gabrielli (Afterhours, Mariposa, Vinicio Capossela) alle tastiere, Massimo Martellotta (Stewart Copeland, Eugenio Finardi) alla chitarra, Fabio Rondanini (Collettivo Angelo Mai, Cristina Donà, Niccolò Fabi) alla batteria e Luca Cavina (Beatrice Antolini) al basso. Dopo aver sfornato quattro dichi dedicati alle colonne sonore italiane degli Anni Sessanta e Settanta, con S.P.A.C.E. cambiano scenario di riferimento e si buttano nella fantascienza.

Il 6 novembre esce "S.PA.C.E.", in cui abbandonate la mala per lanciarvi in orbita. Cosa è successo?
Non è un vero addio, ma nei quattro dischi precedenti abbiamo esplorato tutte le sfumature del noir. Avevamo necessità di cambiare musicalmente. Il tema dello spazio è una suggestione che ci è venuta in mente mentre eravamo in tour in Kosovo.

Sempre in salsa vintage...
E' un immaginario retrò, che rimanda al periodo delle esplorazioni spaziali. Il disco riprende tutto il filone sci-fi degli Anni Cinquanta e Sessanta che influenzò l'estetica del cinema e del design di quegli anni. E' stato poco sfruttato dalla musica.

L'acronimo S.P.A.C.E cosa significa?
Abbiamo voluto lasciare il mistero su questo, così come è sconosciuto lo spazio. Ognuno può immaginare il significato che vuole. Su Facebook iniziano ad arrivare le prime proposte, è' divertente...

Per registrarlo siete entrati in una macchina del tempo, i Toe Rag Studios di Londra. Una scelta coraggiosa...
Ci ha catapultati quarant'anni indietro, ci siamo calati completamente in quella realtà: non c'è internet e anche i telefoni sono ancora con la rotella. E' una condizione che ci ha facilitato il lavoro, a partire dalla comunicazione che non era mediata da microfoni e cuffie.

Il video di 'Bandits On Mars' è opera del collettivo toscano John Snellinberg, con cui avete collaborato in passato...
Ci conosciamo da molto, dai tempi di Myspace quando ci chiamarono per una serata. Ci piace collaborare con loro soprattutto per l'aspetto artigianale che caratterizza le produzioni. Per esempio l'astronave del video è un'auto presa dallo sfasciacarrozze che loro hanno trasformato in un paio d'ore, mettendo tre fari e riverniciandola.

S.P.A.C.E. è la colonna di un film che ancora non esiste. Avete pensato ad un progetto cinematografico?
Sarebbe bello lavorare di nuovo insieme per un corto o magari un lungometraggio partendo da S.P.A.C.E. Poi quest'anno il tema dello spazio è un trend al cinema, con 'Star Wars' e 'The Martian', quindi perché no...

A novembre tornerete live per una tournée che toccherà sia l'Italia che l'Europa. Cosa state preparando?
Partiamo il 18 novembre da Modena, dove battezziamo sempre i nostri tour. La novità più grande, a livello musicale, riguarda la presenza dei sintetizzatori. Per il resto dobbiamo ancora buttarci nelle prove, quindi siamo noi i primi ad essere curiosi.

L'accoglienza è diversa in Italia e all'estero?
Notiamo che l'Europa conosce un po' di più l'estetica a cui facciamo riferimento, veniamo associati alla scena prog e siamo percepiti un po' come un vinile che suona dal vivo. Negli Stati Uniti, invece, conoscono solo Ennio Morricone e ci identificano con quel genere.

Qual è il segreto per piacere sia a Dr. Dre che alla Rai?
La musica strumentale si presta a diversi utilizzi, dai jingle alle campionature. Destreggiarci tra progetti diversi è vicino al background che abbiamo come gruppo. Grazie a Dr. Dre negli USA iniziamo ad essere associati anche alla scena funk e siamo onorati che in Italia la Rai abbia scelto per le sue sigle un gruppo poco mainstrem come noi.

Sei un grande appassionato di cucina, se S.P.A.C.E fosse un piatto cosa sarebbe?
Grazie per la domanda di cucina, che mi interessa tanto quanto la musica (ride ndr.). Qualcosa di classico ma rivisitato... direi una carbonara con i gamberetti al posto della pancetta. Spaziale.