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Arena Verona, ente lirico in liquidazione dopo bocciatura taglio costi

A dire no allʼintesa sono stati i lavoratori con un referendum in cui i no hanno vinto sul filo di lana

Va in liquidazione l'ente lirico dell'Arena di Verona.

Lo ha deciso il Consiglio di indirizzo della Fondazione dell'Arena stessa, dopo la bocciatura dell'accordo per il contenimento dei costi. A dire no all'intesa, contenuta nel protocollo siglato tra la Fondazione e i sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil, sono stati i lavoratori con un referendum in cui i no hanno vinto sul filo di lana: 132 contro 130 sì.

Tutto sembrava risolto quando Cgil e Uil, pochi giorni fa, avevano fatto seguito alla Cisl sottoscrivendo il protocollo d'intesa con la Fondazione che per evitare il rischio di messa in liquidazione. L'accordo escludeva i licenziamenti, ma prevedeva la gestione di 60 esuberi con prepensionamenti e incentivi all'esodo. Nessuna riduzione per il corpo di ballo, ma un taglio netto del costo del personale per 4 milioni di euro.

Una "medicina" necessaria per poter accedere ai sostegni alle Fondazioni lirico-sinfoniche in crisi previsti dalla cosiddetta "legge Bray", e consentire la chiusura del bilancio in pareggio tecnico. Il referendum tra i 300 lavoratori dell'Arena ha però cambiato tutto.

Al termine della riunione del Consiglio, Tosi ha definito quella dei lavoratori "una decisione sciagurata, che comporterà, di conseguenza, l'azzeramento di tutti i posti di lavoro". "Questo non significa - ha aggiunto - che salterà la prossima stagione lirica estiva. Ma che serve uno strumento alternativo, e il Festival lirico non sarà più organizzato dalla Fondazione Arena, che sarà posta in liquidazione. Se la richiesta verrà accolta dal Mibac dovrà essere definito un altro strumento che organizzi in maniera più privatistica la stagione estiva in Arena".

La decisione della messa in liquidazione è stata presa all'unanimità dal Consiglio di Indirizzo. Tosi ha rimarcato il fatto che ai dipendenti era stato proposto un accordo che prevedeva "nessun licenziamento, solo scivoli in uscita, incentivazioni all'esodo, una riduzione assolutamente contenuta del contratto integrativo, contributi straordinari per molti milioni da tutto il sistema Verona, quindi il miglior accordo possibile. Nonostante questo c'è stato un voto sciaguratamente negativo, e a questo punto il Mibac, con il quale ci confronteremo, deve decidere".

Una strada con non molte vie d'uscite, e nessuna facile. "Una scelta - ha detto Tosi - potrebbe essere il commissariamento. Ma il commissario avrebbe ancora meno risorse a disposizione, venendo meno i presupposti per accedere alla Legge Bray. Inoltre c'è il rischio che magari si ritrovi con gli scioperi dei lavoratori il 30 giugno". Verona vanta il Festival lirico all'aperto piu' famoso al mondo. La prima edizione risale al 1913. Sul palco dell'Arena si sono esibiti i più prestigiosi nomi della storia dell'opera: da Maria Callas a Luciano Pavarotti, da Placido Domingo a Jose' Carreras, da Beniamino Gigli a Mario Del Monaco a Renata Tebaldi.