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Il cliente torna al centro: il futuro è il cognitive business

Una conoscenza mai avuta prima dei consumatori permetterà di intercettarli più facilmente e offrire loro un servizio migliore. Eʼ tempo di vendita personalizzata.

Sfruttare i Big Data e tutte le informazioni che ogni persona lascia lungo il proprio percorso, incrociarli con quelli riguardanti il contesto in cui si opera e con quelli strutturati che ogni azienda utilizza.

Si arriva così a offrire ai clienti l'offerta giusta al momento giusto, il consiglio perfetto. In altre parole, grazie alla tecnologia, si arriva a pensare come i propri clienti proponendo così esperienze di shopping completamente personalizzate. E' questo il futuro - e in alcuni casi già il presente - e ha un nome: Cognitive Business. "Stiamo entrando in una era cognitiva - spiega Marco Fregonese (Ibm Global Business Service) -. L'uomo oggi può interagire con la tecnologia, che è in grado di apprendere continuamente, esattamente come se stesse interagendo con un altro uomo. Questo apre nuovi scenari straordinari".

"I top manager oggi temono l'innovation disrupting, la sindrome di Uber - aggiunge Andrea Delvò, direttore vendite di Ibm -. Hanno timore di quei concorrenti che entrano nel mercato all'improvviso e si mangiano quote di mercato. Spesso sono aziende nuove, prima invisibili, e molto innovative. Un aiuto possono portarlo gli analytics. Da 20 anni le aziende studiano i dati di vendita e procedono di conseguenza. Ora è il caso di andare oltre ai semplici dati strutturati. Ciascuno di noi, ogni giorno, genera quasi un giga al giorno di dati. La tecnologica Cognitive ci permette oggi di correlare causa ed effetto ed estrarre da questa incredibile mole di dati, una grande quantità di informazioni prima sconosciuta.