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Università, è Medicina la facoltà con più laureati da 110 e lode

E tutte le altre classi di laurea? Ecco cosa studiano i "primi della classe"

Università, è Medicina la facoltà con più laureati da 110 e lode - foto 1
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Si sente spesso dire che diventare medico non sia una passione ma quasi una missione, una vocazione.

Sarà per il percorso di studi più lungo e più duro rispetto alle altre professioni oppure per le difficoltà nell'accesso alla facoltà. Sta di fatto che, alla fine dell'università, i futuri camici bianchi sono effettivamente quelli che si dimostrano i più capaci nello studio. Quelli che hanno maggiori soddisfazioni dal voto di laurea. A dircelo sono i dati dell'ultimo Rapporto Almalaurea sul profilo dei laureati (relativo all'anno 2016). Nella facoltà di Medicina fioccano le lodi e i baci accademici. Nessun altro corso universitario riesce neanche ad avvicinarsi ai risultati delle professioni sanitarie. Perché anche il personale che farà da supporto a medici, chirurghi e odontoiatri non se la cava affatto male. Lo scrive Skuola.net.

Medicina: qui ci sono gli studenti più bravi
È impressionante solo leggerlo: nel 2016 il voto finale medio dei laureati in Medicina è di 109,9. Superfluo sottolineare come praticamente tutti arrivano alla fine con un percorso didattico quasi immacolato. In più, oltre la metà – il 58,3% - ottiene 110 e lode. E un altro 28,1% si attesta tra 105 e 110. Numeri che fanno impallidire gli altri laureati italiani. La distanza scavata dagli aspiranti medici rispetto al secondo gruppo disciplinare della classifica è abissale, perché i laureati in Lettere sono più che efficienti ma la quota di ‘lodi' si ferma al 37,5%. Se, però, aggiungiamo un 29,7% che ottiene voti tra il 105 e il 110 il risultato complessivo è di tutto rispetto. Completano il podio i laureati nelle professioni sanitarie: qui la percentuale dei 110 e lode è del 28,3% e quella dei 105-110 arriva al 31,2%.

Le facoltà che ‘galleggiano': picchi d'eccellenza per le Scienze
C'è comunque da dire che in parecchie facoltà l'eccellenza è ben rappresentata: ad Architettura c'è stato un 22,5% di voti massimi e un 36,1% di 105-110; nell'area delle Scienze le ‘lodi' salgono addirittura al 29,2% (terzo posto assoluto) e la fascia 105-110 riunisce il 21,2% dei laureati; Geologia e Biologia, invece, hanno il 28,5% di 110 e lode e un 23,8% di 105-110. Accettabili anche i numeri di Lingue (21,9% di ‘lodevoli' e 27,3% di 105-110), di Psicologia (il 21,8% arriva al top, il 24,9% si ferma subito sotto), di Agraria e di Veterinaria (i 110 e lode sono il 20,6%, i 105-110 il 23,3%).

Diritto, Economia, Statistica: ecco le ‘cenerentole' del voto di laurea
Ma per alcune facoltà che spiccano per l'abnegazione negli studi dei propri iscritti ce ne sono altre in cui gli studenti arrancano e, alla conclusione del percorso, raccolgono veramente poco dalla discussione della tesi. È il caso dell'area giuridica: la ‘lode' è una faccenda che riguarda solo il 15,4% dei laureati e il 44,6% non riesce a superiore neppure i 100 punti. Un rendimento decisamente insufficiente, come quello del gruppo disciplinare economico-statistico: 17,9% di 110 e lode e 48,3% di ‘under 110'. Ma, con varie sfumature, queste sono considerazioni che accomunano tantissime facoltà, in cui solo una sparuta minoranza di iscritti si laurea col massimo dei voti: parliamo soprattutto di Ingegneria, Chimica, Farmacia, Scienze politiche e sociali, Scienze della formazione, Educazione fisica.

Tra triennale e magistrale il rendimento cresce nettamente
Ovviamente questi numeri sono influenzati da vari fattori: la complessità delle materie, la severità dei professori e soprattutto la durata del corso di laurea. Naturale che, laddove l'ordinamento vigente è il 3+2, i dati delle lauree triennali abbassino la media complessiva. È ormai consuetudine che il titolo di primo livello venga preso – tranne alcune eccezioni, come nel caso delle professioni sanitarie – senza badare troppo ai voti. Quasi tutti si concentrano sulla laurea magistrale. Cosa che, invece, a Medicina non avviene essendo un percorso unico. Per questo è utile osservare anche l'incremento dei voti finali tra primo e secondo livello. In media i laureati magistrali biennali migliorano il voto finale di 7 punti rispetto a quello di ‘uscita' dalla triennale, passando dai 101,0 punti del titolo precedente ai 108,0 di quello specialistico.