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Nuovo decreto anti-Covid, cosa cambia per la scuola

Ecco quali norme del provvedimento appena approvato dal Consiglio dei Ministri incideranno sul mondo dell'istruzione. A partire dalla competenza sulla chiusura delle scuole dei gradi inferiori, che passa in via esclusiva nelle mani del Governo

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Ansa

L’ultimo decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri, con le nuove misure anti-Covid in vigore dal 7 aprile fino al 30 dello stesso mese, contiene anche delle interessanti novità, alcune delle quali - come evidenzia il portale Skuola.net - riguardano da vicino il mondo della scuola.

Nuove restrizioni fino a fine aprile

L’ultimo decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri, con le nuove misure anti-Covid in vigore dal 7 aprile fino al 30 dello stesso mese, contiene anche delle interessanti novità, alcune delle quali - come evidenzia il portale Skuola.net - riguardano da vicino il mondo della scuola.

 

Il testo del decreto, stando a quello che sinora si conosce, tra le indicazioni principali prevede che fino a maggio non ci sarà più l’opportunità, per le diverse regioni, di rientrare nella zona gialla, a prescindere dai contagi. Sarà invece possibile stabilire la zona rossa in caso di particolare incidenza di contagi (superiori a 250 casi ogni 100mila abitanti e nelle aree con elevata circolazione delle varianti) sia con ordinanza del Ministro della salute che con provvedimento autonomo dei Presidenti delle Regioni.

 

Nelle zone arancioni, inoltre, ci sarà una restrizione aggiuntiva sulle visite: non sarà possibile più di uno spostamento giornaliero verso una sola abitazione privata abitata, anche se rientrante nello stesso comune di residenza. Per quanto attiene il coprifuoco e le chiusure delle diverse attività, rimane invece valido quanto stabilito dai precedenti decreti. 

 

Insomma, chi si aspettava regole meno stringenti dopo Pasqua, dovrà rassegnarsi ad aspettare ancora almeno qualche settimana. Discorso inverso per quanto riguarda la scuola, che anche in zona rossa vedrà riaprire i cancelli per i ragazzi più piccoli.

 

A scuola anche in zona rossa

Dal 7 al 30 aprile 2021, in base al decreto, dovrà infatti essere assicurato sull’intero territorio nazionale, a prescindere dal colore della zona, lo svolgimento ‘in presenza’ dei servizi educativi della scuola dell’infanzia, nonché dell’attività didattica del primo ciclo di istruzione e del primo anno della scuola secondaria di primo grado (le cinque classi delle elementari e la prima media). 

 

La vera novità, però, è il sostanziale ‘depotenziamento’ del ruolo delle Regioni in ambito scolastico. Perché il decreto blocca gli interventi dei governatori sulle chiusure. Nel testo del provvedimento, infatti, è scritto che le disposizioni non possono essere derogate “da provvedimenti dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome”. Di fatto, il Governo avoca a sé la competenza.

 

Confermato, infine, che allo scattare della zona arancione lo svolgimento delle attività fino alle scuole medie sarà in presenza, mentre alle superiori avverrà ‘in presenza’ solo per una quota variabile tra il 50% e il 75% della popolazione studentesca. In zona rossa, invece, a partire dalla seconda media le lezioni si svolgono esclusivamente a distanza, con la possibilità di svolgere attività ‘in presenza’ per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

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