Ospite a Popular, il cantautore con il suo ritorno discografico, dopo 11 anni
© Cristina Canali
Quella del "gradito ritorno" per il fondatore del Canzoniere del Lazio, non è la solita frase di circostanza, ma il ritrovare una voce che comunica e che con l'ausilio di ottimi musicisti ha concepito un lavoro di alto livello, "popolare", quindi diretto ed immediato, con testi idealisti, ma anche fortemente ancorati alla realtà. "Mannaggia a me" dice Brega, gradito ospite a "Popular" è un’espressione che ha la sua origine nel centro Italia, ma credo si capisca ovunque: è una specie di "mea culpa". Quando nel ‘800 gran parte del centro Italia era sotto lo Stato Pontificio, si attingeva molto alla cultura cattolica, per la quale nutro grande rispetto. Ritengo "Mannaggia a me" un'espressione più popolare, rispetto al più colto "Mea Culpa". Personalmente non rimpiango assolutamente nulla, rifarei tutto ciò che ho fatto.
"Mannaggia a me" è un disco solista, ma che porta avanti il concetto del gruppo che tu prediligi fin dai tempi del Canzoniere del Lazio
Sono un "animale" da gruppo, il disco mi ha portato ad entrare in contatto, con vecchie e nuove conoscenze.
Con il chitarrista Ludovico Piccinini, abbiamo suonato per due anni i brani di Bob Dylan, dal momento che siamo entrambi appassionati questo cantante.
Lo stesso vale per Piero Fortezza, il batterista, già in passato "colonna " dei miei lavori, che con il bassista Emanule Marzi, compone la sezione ritmica del progetto.
Tutti hanno dato il loro fattivo contributo, ad iniziare dalla mia compagna Oretta Orengo, che oltre a cantare, suona oboe e corno inglese.
Non posso non citare il fisarmonicista Luciano Francisci, anch'egli mio collaboratore di vecchia data.
Mie sono le parole e la musica, ma il lavoro è collettivo.
Ciò è testimoniato dal fatto che ho messo in piedi un sestetto "all'antica".
Come è già accaduto per gli altri tuoi lavori, hai tratto ispirazione dalla realtà.......
In "Come Li Viandanti" arrangiato da Enzo Pietropaoli, tratto il tema della morte, in quello successivo parlai d'amore.
“Mannaggia a Me” è invece uno “spaccato” del periodo che stiamo vivendo ', con i suoi aspetti negativi, ma anche quelli positivi.
Un lutto ha svelato la mia "parte mancante”, dandomi la spinta a tornare a suonare, necessità che per me è diventata sempre più impellente.
Con il gruppo che mi accompagna nel disco, abbiamo dato vita ad una formula che ci consentirà, non appena sarà possibile, di suonare anche dal vivo.
In "Mannaggia a me ci sono canzoni anche di molto tempo fa
R - Si, pensa ad esempio che "Tempo Arido" addirittura viene dall'adolescenza, iniziai a lavorarci a 19 anni, ho scritto un cosa sulla solitudine , poi trasformandola negli anni, sono arrivato a registrare in modo minimale la canzone in vista del nuovo disco, tanto che il brano è diventato una "fotografia" del tempo che stiamo vivendo; tutto si immobilizza, tutto sembra perduto, ma cerchiamo di trovare una "via d’uscita" dal presente.
In questo tuo nuovo disco ritrovi anche un tuo vecchio "compagno di viaggio": Pasquale Minieri
Pasquale, dopo l'esperienza con Carnascialia, ha pensato di studiare la fonica e insieme a Carlo Marcotulli padre della pianista Carla, sua compagna, ha costruito uno studio originalissimo.
Pasquale mi ha dato molti preziosi consigli, dall'alto della sua esperienza, lo ritengo una persona insostituibile.
"Mannaggia a Me", pubblicato da "Squilibri", sarà presentato, in diretta streaming, sabato sei febbraio dalle 19 alle 20, all'auditorium di Musica Popolare del Testaccio a Roma.