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Vilipendio, Cassazione: confermata condanna a Umberto Bossi

Il Senatur aveva definito "terrone" Giorgio Napolitano e gli aveva fatto il gesto delle corna durante un comizio nel 2011

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lapresse

Confermata dalla Cassazione la condanna a un anno e 15 giorni di reclusione per l'ex leader della Lega, Umberto Bossi, accusato di vilipendio al presidente della Repubblica per aver definito "terrone" Giorgio Napolitano e avergli fatto il gesto delle corna durante un comizio nel 2011.

La I Sezione penale ha anche condannato Bossi a pagare 2.000 euro alla Cassa delle Ammende.

I giudici hanno dichiarato "inammissibile" il ricorso presentato dalla difesa di Bossi. Anche il sostituto procuratore generale della Cassazione, Alfredo Viola, aveva chiesto che il ricorso del Senatur, alle prese a Genova anche sulla vicenda dei fondi della Lega, fosse dichiarato inammissibile.

In primo grado il "padre" della Lega era stato condannato a una pena più pesante, per vilipendio al presidente della Repubblica, pari a 18 mesi di reclusione, con decisione emessa dal tribunale di Bergamo il 22 settembre 2015. In seguito, la Corte d'Appello di Brescia, l'11 gennaio 2017 aveva ridotto la condanna a un anno e 15 giorni, una decisione adesso ratificata anche dai magistrati di legittimità.

L'udienza svoltasi in Cassazione era stata aggiornata a nuovo ruolo in seguito al rinvio chiesto dalla difesa di Bossi lo scorso 9 aprile per motivi di salute dell'avvocato Domenico Mariani. L'udienza era stata fissata per mercoledì, ma anche in caso di nuovo rinvio non c'erano rischi di prescrizione che sarebbe maturata solo il 28 giugno 2019. A denunciare Bossi per vilipendio erano stati dei privati cittadini che si erano indignati per le parole e il gesto indirizzate all'allora inquilino del Quirinale.