I capigruppo di Montecitorio aggiornano i lavori a lunedì, solo il Pd vota contro. Napolitano: "La conclusione sia positiva"
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Rinvio con polemica dei lavori sulla legge elettorale. L'Aula della Camera ha sospeso i lavori a mezzanotte e riprenderà l'esame lunedì. La decisione è stata presa durante la Conferenza dei capigruppo a Montecitorio con il parere contrario del Pd. Il premier, Matteo Renzi, mercoledì aveva affermato di "voler chiudere il capitolo entro la settimana". Bocciato a scrutinio segreto il primo degli emendamenti che voleva introdurre le preferenze.
I no sono stati 278, i sì 236, gli astenuti 2. Dopo una lunga discussione dai toni accesi, in cui alcuni esponenti del Pd si erano espressi a favore delle preferenze, i presentatori dell'emendamento sono tornati sui propri passi chiedendo nuovamente che si votasse a scrutinio segreto. Alla fine i voti favorevoli sono stati 236, cioè molto più numerosi di quelli registrati in altri emendamenti proposti dai piccoli partiti (in media 180-190).
La richiesta di far interrompere i lavori parlamentari sulla legge elettorale è stata invece avanzata dal gruppo Fratelli d'Italia per celebrare il proprio congresso. Il Pd durante la conferenza dei capigruppo ha chiesto con insistenza che si lavorasse almeno venerdì, ma la proposta non è stata approvata.
Sbarramento resta al 4,5% - Lo sbarramento per l'elezione alla Camera resta al 4,5%. L'Aula di Montecitorio ha respinto, con 308 voti contrari e 215 a favore, l'emendamento all'Italicum presentato da Fratelli d'Italia per l'abbassamento al 4% della soglia. Accantonato poi l'esame delle proposte "Salva Lega", che prevedono delle deroghe allo sbarramento per quei partiti che riescono a ottenere, in un certo numero di Regioni, un consenso alto.
Napolitano: "Promulgherò la legge dopo un attento esame" - Mentre a Montecitorio è in corso il dibattito, sull'Italicum interviene il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. "Essendosi finalmente messo in moto un iter di revisione di detta legge - si legge in una nota del Quirinale -, il presidente della Repubblica non può che auspicarne la conclusione positiva su basi di adeguato consenso parlamentare, non avendo altro ruolo da svolgere che quello della promulgazione - previo attento esame - del testo definitivamente approvato dalle Camere".
No all'emendamento Pi-Udc sul conflitto di interessi - La Camera ha respinto un emendamento alla legge elettorale che introduceva il conflitto di interessi. In particolare la proposta, presentata da Pi e Udc, prevedeva l'ineleggibilità per i titolari legali di aziende concessionarie pubbliche e anche per il proprietario che controlla direttamente o indirettamente l'azienda. A favore 157 deputati, contrari 319, mentre gli astenuti sono stati cinque.