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Salvini sulle dimissioni di Siri minaccia i 5s: "Tappatevi la bocca" | Di Maio: "Su corruzione non si può tacere"

Mercoledì la resa dei conti nel Cdm sul sottosegretario leghista. Salvini lancia bordate anche al Papa sul tema migranti: "Non accoglieremo tutti"

Salvini sulle dimissioni di Siri minaccia i 5s:
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"Il Papa dice di accogliere tutti? No, in Italia si accoglie chi ha diritto ad essere accolto.

Può arrivare anche padre Pio a chiedermelo". Lo afferma Matteo Salvini. Dal vicepremier arriva poi un monito agli alleati di governo: "Gli amici del M5s pesino le parole. Se dall'opposizione le critiche sono ovvie, da chi dovrebbe essere alleato no. A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare. E' l'ultimo avviso".

Per Conte il caso è chiuso - Sulle dimissioni di Siri per il premier Giuseppe Conte non esiste più nessun caso, per lui la vicenda si è chiusa alla sua conferenza stampa nella quale ha chiesto un passo indietro al sottosegretario leghista. "Per me non è più all'ordine del giorno, quello che dovevo dire e fare è stato detto e fatto, ho preso una decisione e l' ho comunicata". Ora, prima di arrivare alla "conta" nel Cdm di mercoledì, ci si aspetta quel senso istituzionale chiesto alla Lega.

Salvini non vuol sentire parlare di dimissioni
- Ma, a sentire Salvini, non ci sarà: "Che ci sia almeno un rinvio a giudizio, non dico una condanna, altrimenti la democrazia è a rischio". "Io sono abituato a non abbandonare mai gli uomini con cui si è fatto un pezzo di strada insieme - ha ribadito il vicepremier in un comizio a Galluzzo (Firenze) - e questo vale a livello locale come a livello nazionale. Non ascolto gli insulti di chi dovrebbe essere mio alleato. Sarebbe meglio se gli M5s ci aiutassero a cambiare in meglio questo paese senza offendermi ogni giorno".

Di Maio: "Sulla corruzione non ci si può tappare la bocca" - "Con la corruzione non ci si tappa la bocca, si parla e si chiede alle persone di mettersi in panchina". Lo ha detto in serata il vicepremier Luigi Di Maio a "Non è l'Arena", replicando a Matteo Salvini. "Il tema è semplice: questa persona poteva fare un passo indietro. Ora si faccia fare un passo indietro a questa persona prima del Cdm", sottolinea Di Maio ricordando che il M5S ha la maggioranza assoluta in Consiglio. "Ma perché dobbiamo arrivare a questo punto?", chiede il leader M5S. La prossima settimana sarà "sicuramente migliore del meteo, speriamo che sia una settimana di lavoro degli italiani e speriamo di smettere di parlare di questa poltrona del sottosegretario, che prima se ne va a casa prima riconcigliamo il governo e lavoriamo molto di più per le persone", ha detto Di Maio.

Il M5s: "Nessun passo indietro" - Le parole di Salvini non piacciono al M5s, che subito risponde a tono: "Sulla questione morale non facciamo passi indietro - scrive in il MoVimento un post sul blog delle Stelle - e alla Lega chiediamo di non cambiare sempre discorso, ma di tirare fuori le palle su Siri e farlo dimettere". "Dovrebbe mostrare più coraggio e maggiore coerenza - attaccano ancora - visto che in occasione delle dimissioni della sottosegretaria ai Trasporti Simona Vicari, perché indagata per concorso in corruzione, diceva: "Le dimissioni del sottosegretario non mi soddisfano. Non basta chiedere scusa e dimettersi".

Dalle colonne del Corriere della Sera il ministro dell'Interno aveva già rispedito al mittente alcune accuse, come quella dell'attaccamento alla poltrona: "Non si tratta di questo. Condannare, dimissionare, linciare una persona sulla base di chiacchierate telefoniche di altre persone, io temo sia pericoloso per la democrazia. La scardina, e scardina i principi costituzionali di garanzia". "Che ci sia quanto meno un rinvio a giudizio, santo cielo... Non si dice una condanna in terzo grado, ma nemmeno può bastare l' apertura di un'indagine basata su una telefonata tra due persone che parlano di una terza".

Ma in ogni caso, il governo non è a rischio con il prossimo Consiglio dei ministri: "Che cosa succede mercoledì? Niente. Giovedì? Niente. E niente sabato e domenica...". Stessa opinione di Giuseppe Conte, che nonostante il pugno duro su Siri, non ha dubbi sulla tenuta dell'esecutivo: "Non resta che aspettare, e nessuno veramente crede a una crisi prima del voto europeo per una poltrona", dicono nel suo staff: Resta ovviamente l'auspicio che non si debba arrivare alla conta del Cdm per fare prendere atto alla Lega della esplicita richiesta del premier, ma in tal caso i numeri sarebbero dalla parte del M5s.