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Roma, Matteo Renzi: "Candidato? Prima bisogna pensare a ricucire il Pd"

Il premier torna sulle elezioni della Capitale allʼorizzonte: "Presto per indicare un nome". E lancia una frecciata a Marino "e non solo": "Disonesto inventare congiure per coprire le proprie incapacità"

matteo orfini matteo renzi
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Prima di stabilire quale sarà il suo candidato sindaco, il Pd dovrà pensare a "ricucire il partito". E' Matteo Renzi a dirlo intervistato da Bruno Vespa per il libro "Donne d'Italia". "Prima viene Roma - ha dichiarato il premier -. Nel frattempo riorganizzeremo il partito che è dilaniato da correnti interne, incomprensibili ai romani. E solo alla fine sceglieremo il candidato". A proposito del nome, Renzi ha tagliato corto: "E' troppo presto per parlarne".

E il premier nell'intervista ha lanciato anche una frecciata a Ignazio Marino: "I politici si dividono tra capaci e incapaci e non c'è disonestà intellettuale più grande di chi inventa congiure di palazzo per nascondere i propri fallimenti".

Riferendosi a "Marino ma non solo", Matteo Renzi ha aggiunto: "Quando vedo certi addii scenografici mi rendo conto di quanto possa essere falsa la politica. Chi fallisce la prova dell'amministrazione si rifugia nella cerimonia di addio, vibrante denuncia di un presunto complotto, con tono finto nobile e vero patetico".

E il presidente del Consiglio forse ha colto l'occasione per attaccare, oltre all'ex sindaco di Roma, anche il suo predecessore Enrico Letta aggiungendo: "Quando uno se ne va dovrebbe spiegare cosa ha fatto, quali risultati ha ottenuto, perché ha perso la maggioranza. Se la maggioranza dei tuoi consiglieri ti manda a casa, non si chiama congiura: è la democrazia, bellezza".

"Per 6 mesi stop polemiche" - Tornando sulla situazione della Capitale, Matteo Renzi ha chiesto una pausa di sei mesi delle "polemiche miopi e meschine" per tornare a parlare di "nuovi autobus, pulizia, periferia": "Vorrei che l'espressione 'Sono un cittadino romano' tornasse a essere motivo di vanto, di orgoglio, di onore come accadeva in passato". Quando Roma non sarà più considerata città degli scandali "i romani si sceglieranno il loro sindaco", ha concluso il premier.